Il salice viminale (Salix viminalis) è una pianta appartenente alla famiglia delle Salicaceae.
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Ordine | Malpighiales |
Famiglia | Salicaceae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Dilleniidae |
Ordine | Salicales |
Famiglia | Salicaceae |
Genere | Salix |
Specie | S. viminalis |
Nomenclatura binomiale | |
Salix viminalis L. | |
Albero o arbusto alto fino a 3,5 metri, porta foglie lanceolate-lineari lungamente acuminate, verdi superiormente e argentato-sericeo inferiormente, fiori primaverili, con ovario tormentoso quasi sessile, con stilo di pari lunghezza, filamenti degli stami liberi e glabri.
Si trova generalmente lungo corsi d'acqua o altri luoghi umidi. L'esatto luogo di origine è incerto a causa della sua intensa e diffusa coltivazione, ma è certamente originario in una zona che va dall'Europa centrale all'Asia. Come pianta naturalizzata è inselvatichito in molte zone d'Italia e coltivato nell'Italia centro-settentrionale, ma è anche diffuso in tutto il Regno Unito ed in Irlanda.
Viene utilizzato per la produzione dei vimini idonei a realizzare panieri, stuoie e oggetti vari, conosciuto col nome volgare di "vetrice" o vimine.
S. viminalis è un noto iperaccumulatore di cadmio, cromo, piombo, mercurio, idrocarburi del petrolio, solventi organici, MTBE, TCE e sottoprodotti, selenio, argento, uranio e zinco[1][2], e ferrocianuro di potassio (provato su S. babylonica L.)[3] e come tale è uno dei più accreditati candidati per il fitorisanamento.
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