La sezione Hieracium sect. Dollinera Gottschl. è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Hieracium della famiglia delle Asteraceae.[1][2][3]
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Sottotribù | Hieraciinae |
Genere | Hieracium |
Sottogenere | H. sect. Dollinera Gottschl. |
Classificazione Cronquist | |
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Specie | |
(Vedi testo) | |
Il nome del genere deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[4][5] Il nome della sezione (Dolliner) è stato dato in ricordo del medico e botanico austriaco Georg Dolliner (1794-1872).[2]
Il nome scientifico della sezione è stato definito dal botanico Günter Gottschlich (1951-).
Habitus. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee (e aromatiche), a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, inoltre spesso hanno l'asse fiorale eretto e privo di foglie (piante scapose), oppure le foglie basali sono assenti alla fioritura. Queste piante sono anche provviste di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati), ma sono prive di stoloni. Le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode). I peli ghiandolari sono più o meno assenti o sparsi su alcune parti della pianta (peduncoli dei capolini e involucri).[6][7][8][9][10][11][12][13][2]
Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto. La parte aerea del fusto è eretta o ascendente con ramosità più o meno scarsa. La superficie può essere sia glabra che pelosa con colorazione variabile da verde-glauco fino a grigio-verdastro (rosso-violaceo alla base). Le piante di questa sezione possono raggiungere un'altezza massima di 30 - 50 cm. La parte sotterranea spesso è un fittone.
Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline disposte in modo alternato. Le foglie basali (da 3 a 5) verso il picciolo sono attenuate variamente, ma in genere sono distintamente picciolate (spesso anche lungamente picciolate); la forma della lamina varia da ovato-lanceolata a lanceolata con apice acuto e bordi dentati; la colorazione è glauca. Le foglie cauline superiori (in numero minore rispetto ad altre sezioni - da 2 a 3) raramente sono abbraccianti il fusto; sono progressivamente decrescenti verso l'alto; le forme sono in genere più strette di quelle basali.
Infiorescenza. La sinflorescenza è del tipo forcato-paniculata fino a lassamente panicolata con 2 - 3 rami eretti o arcuato-ascendenti e con al massimo una decina di capolini. L'acladio è inferiore ai 10 cm. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino peduncolato (i peduncoli sono sottili) e sotteso da 1 - 5 brattee. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) disposte su 2 serie in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro ha delle forme emisferiche. Le brattee si dividono in esterne (non sempre presenti) e interne; quelle esterne (formano quasi un calice) sono da poche a una dozzina con forme da deltate a lanceolate o lineari; quelle interne possono arrivare a due dozzine ed hanno delle forme lineari-lanceolate con margini scariosi e apici acuminati con forme ottuse. Il ricettacolo è nudo, ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la base è alveolata con margini brevemente dentati. Dimensione dell'involucro: 9 - 11 mm.
Fiori. I fiori (da 6 a 150) sono tutti del tipo ligulato, tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e zigomorfi. In alcuni casi i fiori femminili sono "stilosi".
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono scuri a forma colonnare-obconica (o più o meno cilindrica) e sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie (liscia o appena rugosa) è provvista di 8 - 10 coste che nella parte apicale confluiscono in un orlo anulare. Il colore varia da castano a castano scuro. Il pappo è formato 20 a 80 setole biancastre (o giallastre) semplici disposte su due serie (quelle interne sono più lunghe e più rigide, quelle esterne sono fragili). Dimensione degli acheni: 3,8 - 4 mm.
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
In Italia la distribuzione di queste specie è soprattutto alpina-orientale (quote medio-alte) su terreni in genere sassosi.[2]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][12][11]
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[12][21]
Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[11][22], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana.
I caratteri distintivi per il genere Hieracium sono:[2]
Le specie di questo genere, provviste di molte sottospecie, formano degli aggregati o sezioni con diverse specie incluse, altre sono considerati "intermediare" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[2]
La sezione XVI Dollinera comprende specie che si sono differenziate dalla sezione Drepanoidea (soprattutto quelle fillopode). I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2]
Il numero cromosomico delle specie della sezione è: 2n = 27 (specie diploidi, triploidi, tetraploidi e pentaploidi).[2]
Nella flora spontanea italiana, per la sezione di questa voce, sono presenti le seguenti specie (principali e secondarie):[2][3]
Specie principale. Hieracium dollineri Sch.Bip. ex Neilr., 1871 - Sparviere di Dolliner: l'altezza massima della pianta è di 30 - 40 cm (massimo 60 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Est Alpico; l'habitat tipico sono i pendii sassoi, i prati aridi e i margini dei boschi; in Italia è una specie comune e si trova nelle Alpi Orientali fino ad una quota compresa tra 100 e 1.500 m s.l.m.. Di questa specie, nella flora spontanea italiana, sono presenti circa una dozzina di sottospecie.
Specie principale. Hieracium tephropogon Zahn, 1901 - Sparviere a barba grigia: l'altezza massima della pianta è di 30 - 40 cm (massimo 50 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Est Alpico; l'habitat tipico sono i prati aridi e sassosi e i vecchi muri; in Italia è una specie rara e si trova nelle Alpi Orientali fino ad una quota compresa tra 200 e 1.500 m s.l.m.. Di questa specie, nella flora spontanea italiana, sono presenti 3 sottospecie.
Specie principale. Hieracium oxyodon Fr., 1872 - Sparviere ossiodonte: l'altezza massima della pianta è di 30 - 40 cm (massimo 60 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Alpico; l'habitat tipico sono i pendii rocciosi, i ghiaioni e le mughete; in Italia è una specie rara e si trova nelle Alpi fino ad una quota compresa tra 900 e 2.000 m s.l.m.. Di questa specie, nella flora spontanea italiana, sono presenti circa 10 sottospecie.
Specie principale. Hieracium apricorum Wiesb. ex Dichtl, 1884 - Sparviere austriaco: l'altezza massima della pianta è di 25 - 40 cm (massimo 60 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Est Alpico; l'habitat tipico sono i pendii rocciosi, i prati aridi e le aree alluvionate; in Italia è una specie comune e si trova nelle Alpi orientali fino ad una quota compresa tra 200 e 1.400 m s.l.m.. Di questa specie, nella flora spontanea italiana, sono presenti 4 sottospecie.
Specie | Caratteri | Habitat | Distribuzione italiana | sottospecie |
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Hieracium oligodon Nägeli & Peter, 1886[23] | Tra la specie H. porrifolium e la specie H. glabratum | Rupi e pendii sassi (calcarei) | Alto Adige - Molto rara | |
Hieracium geilingeri Zahn, 1908[24] | Più simile alla specie H. porrifolium che alla specie H. murorum | Rupi e pendii sassi (calcarei) | Alpi centrali - Molto rara | 2 sottospecie presenti in Italia |
Hieracium hayekii Murr, 1900[25] | Tra la specie H. porrifolium e la specie H. lachenalii | Rupi e pendii sassi (calcarei) | Alpi centrali (Valle di Scalve) - Molto rara | |
Hieracium prediliense (Nägeli & Peter) Zahn, 1901[26] | Più simile alla specie H. porrifolium che alla specie H. bifidum | Rupi e pendii sassi (calcarei) | Alpi orientali (Cadore) - Molto rara | 2 sottospecie presenti in Italia |
Hieracium orodoxum Gottschl., 2009[27] | Tra la specie H. glaucum e la specie H. naegelianum | Rupi calcare | Alpi Apuane - Molto rara | 2 sottospecie presenti in Italia |
Hieracium pizenze Zahn, 1916[28] | Tra la specie H. glaucum e la specie H. glaucinum | Pendii sassosi | Appennino Ligure (Valle Stura) - Molto rara | |
Hieracium fulcratum Arv.-Touv., 1894[29] | Tra la specie H. oxyodon e la specie H. humile | Pendii sassosi | Alpi occidentali (Val di Cogne) - Molto rara | Una sottospecie presente in Italia |
Hieracium annae-toutoniae Zahn, 1906[30] | Tra la specie H. dollineri e la specie H. schmidtii | Rupi | Alpi orientali (Vilpiano) - Molto rara | Una sottospecie presente in Italia |
Hieracium venostorum (Zahn) Gottschl., 2000[31] | Tra la specie H. calcareum e la specie H. schmidtii | Pendii sassosi | Alpi orientali (Val Venosta) - Molto rara | |
Hieracium insubricum Gottschl., 2006[32] | Tra la specie H. pallescens e la specie H. apricorum | Boschi di latifoglie | Lombardia (Val Camonica) - Molto rara | |
Hieracium illyricopsis Gottschl., 2017[33] | Più simile alla specie H. calcareum che alla specie H. villosum | Pendii sassi calcarei | Alpi orientali (Monte Matajur) - Molto rara | |
Hieracium juengeri Gottschl., 2016[34] | Tra la specie H. porrifolium e la specie H. grovesianum | Pendii sassi calcarei | Alpi Apuane - Rara | |
Hieracium sparsivestitum Gottschl., 2016[35] | Più simile alla specie H. juengeri che alla specie H. villosum | Pendii sassi calcarei | Alpi orientali (Monte Matajur) - Molto rara | |
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