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Lo sparviere macchiettato (nome scientifico Hieracium pictum Pers., 1807) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Hieracium pictum è anche l'unica "specie principale" italiana appartenente alla sezione Hieracium sect. Picta (Peter) Stace.[1][2][3]

Come leggere il tassobox
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Sparviere macchiettato
Hieracium pictum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Hieracium
Sottogenere Hieracium sect. Picta
(Peter) Stace
Specie H. pictum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Hieracium
Sottogenere Hieracium sect. Picta
Specie H. pictum
Nomenclatura binomiale
Hieracium pictum
Pers., 1807

Etimologia


Il nome del genere deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[4][5] L'epiteto specifico (pictum) significa "dipinto" e fa riferimento alle macchie delle foglie.

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Christiaan Hendrik Persoon (1761-1836) nella pubblicazione " Synopsis Plantarum: seu Enchiridium botanicum, complectens enumerationem systematicam specierum hucusque cognitarum. Parisiis Lutetiorum" ( Syn. Pl. [Persoon] 2(2): 374) del 1807.[6]


Descrizione


Habitus. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice. La pubescenza di queste piante è fatta di peli semplici (sono profondamente dentati quasi subpiumosi), mentre i peli ghiandolari sono scarsi. Queste piante sono fillopodi.[7][8][9][10][11][12][3]

Fusto. I fusti, in genere ascendenti, debolmente flessuosi o molli, sono di solito solitari e mediamente ramificati o afilli. Il colore dei fusti varia da verde a rossastro. Le radici in genere sono di tipo fittonante. L'altezza di queste piante varia da 15 a 25 cm.

Foglie. Sono presenti sia foglie delle rosette basali (da 3 a 5) che cauline (da 1 a 3) con disposizione alterna. le foglie sono colorate di verde-glauco e ricoperte da dense chiazze ferruginee; quelle cauline sono poche con forme da lanceolate a strettamente lanceolate. Le lamine sono intere o dentate con forme obovate, ellittiche o lanceolate. La superficie può essere ricoperta da peli semplici o ramificati.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono del tipo forcato-panicolato con 1 - 2 rami diritti. L'infiorescenza è composta da uno o più capolini terminali. L'acladio è di 5–7 cm. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma da ellissoide a emisferica ed è formato da due serie di brattee verdi-olivacee. Il ricettacolo, alla base dei fiori, può essere cigliato-dentato.

Fiori. I fiori, tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma da oblunga a obovoide-obconica con apice troncato e privi di becco (non sono compressi); in alcuni casi gli acheni sono provvisti di coste longitudinali. Il pappo si compone di peli semplici grigiastri, scabri o barbati (non piumosi). Raramente il pappo è assente. Gli acheni sono molto scuri (bruno-nerastri o castano scuri). Dimensione degli acheni: 3–3,5 mm.


Biologia


Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).

Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).

Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.


Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[17] – Distribuzione alpina[18])
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[17] – Distribuzione alpina[18])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita / Nord Ovest Mediterraneo ma anche Appenninico.

Distribuzione: in Italia questa specie è molto rara e si trova nelle Alpi Occidentali, in Sardegna e negli Abbruzzi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia e Svizzera. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nel Massiccio del Giura.[18]

Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i pendii sassosi e le pinete. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare a quote comprese tra 400 e 1700 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino.


Fitosociologia



Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]

Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Asplenietea trichomanis
Ordine: Potentilletalia caulescentis
Alleanza: Potentillion caulescentis

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]

Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica
Classe: Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier & Br.-Bl. 1934) Oberdorfer, 1977
Ordine: Arenario bertoloni-Phagnaletalia sordidae Arrigoni & Di Tommaso, 1991
Alleanza: Centaureo filiformis-Micromerion cordatae Arrigoni & Di Tommaso, 1991

Descrizione. L'alleanza Centaureo filiformis-Micromerion cordatae è relativa alle comunità casmofitiche endemiche della Sardegna che si sviluppano su rocce carbonatiche. Questa cenosi si rinviene sulle rupi calcaree della Sardegna centro-orientale, in una fascia altitudinale compresa dalla costa fino a circa 1 400 metri.[20]

Specie presenti nell'associazione: Laserpitium siler, Robertia taraxacoides, Helichrysum saxatile, Seseli praecox, Sedum sediforme, Asperula pumila, Campanula forsythii, Armeria morisii, Limonium morisianum, Alyssum tavolarae, Centaurea filiformis, Cephalaria squamiflora, Cymbalaria muelleri, Hieracium iolai, Hieracium pictum, Hieracium wiesbaurianum, Iberis integerrima, Lactuca longidentata e Micromeria filiformis.


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[21], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[22] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[23]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]


Filogenesi


Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[11][24]

Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[10][25], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana. Alcuni taxon collegati alle varie specie del genere sono sottospecie, altri sono considerati aggregati (o inclusi), e altri ancora sono considerati "intermediari" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione del materiale botanico in sezioni così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[3]

La specie di questa voce è descritta all'interno della sezione Hieracium sect. Picta (Peter) Stace i cui caratteri principali sono:[3]

  • i peli ghiandolari sono scarsi;
  • tutta la pianta è ricoperta da peli semplici (sono profondamente dentati quasi subpiumosi);
  • gli acheni sono molto scuri (bruno-nerastri);
  • le foglie sono colorate di verde-glauco e ricoperte da dense chiazze ferruginee;
  • le foglie cauline sono poche con forme da lanceolate a strettamente lanceolate.

La sezione (Picta - Sezione VII) relativa alla specie di questa voce è ricca di forme con un centro di differenziazione nelle Alpi Occidentali

Nella "Flora d'Italia" è indicata la seguente "specie secondaria" (collegata riproduttivamente alla specie di questa voce) appartenente al gruppo della sezione Picta:

Sottospecie: la sottospecie presente in Italia è subsp. pictiforme (Zahn) Greuter, 2008
Descrizione: i caratteri di questa pianta sono più simili a H. pictum che alla specie H. glaucinum.
Habitat: pendii sassosi.
Distribuzione: è una specie molto rara e si trova nelle Alpi occidentali (Valsavarenche); si trova anche in Svizzera.
Antesi: da maggio a luglio.

L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. H. pictum è caratterizzato dalla seguente pubescenza:[3]

Tipo peliCauleFogliePeduncoli dei capoliniBrattee involucrali
Peli sempliciDal basso verso l'alto: da densi a assenti; i peli sono sempre piumosiSopra assenti; sotto piuttosto densi (sui margini e sui nervi), lunghi 2 mm, molli e bianchiDa solitari a densiDa solitari a densi
Peli ghiandolariAssentiSolamente sui marginiDa sparsi a densiDa sparsi a densi
Peli stellatiAssenti o sparsiLungo le nervatureDa sparsi a densi (apice barbato)Da sparsi a densi

Il numero cromosomico di H. pictum è: 2n = XX.[3]


Sottospecie


Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie, alcune delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana:[2][12][26]


Sinonimi


La specie di questa voce, in altri testi, può essere chiamato con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]

Sinomimi della sottospecie farinulentum

Sinomimi della sottospecie irginianum


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 22 aprile 2022.
  3. Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1145.
  4. Motta 1960, Vol. 2 - pag. 454.
  5. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16-agosto-2013.
  6. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 22 aprile 2022.
  7. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  8. Strasburger 2007, pag. 860.
  9. Judd 2007, pag.517.
  10. Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  11. Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  12. Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  13. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  15. Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  16. Judd 2007, pag.523.
  17. Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 108.
  18. Flora Alpina, Vol. 2 - p. 696.
  19. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 23 aprile 2022.
  20. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 30.5.1 ALL. CENTAUREO FILIFORMIS-MICROMERION CORDATAE ARRIGONI & DI TOMMASO 1991. URL consultato il 23 aprile 2022.
  21. Judd 2007, pag. 520.
  22. Strasburger 2007, pag. 858.
  23. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  24. Fehrer et al. 2021.
  25. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 aprile 2022.
  26. Pignatti 2018, Vol.4 - pag. 209.

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