Cespica alpina (nome scientifico Erigeron alpinus L., 1753) è una pianta erbacea, perenne con delicati fiori simili alle “margheritine”, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome del genere (erigeron) deriva dalla combinazione di due parole: dal greco eri (= lana) e dal latino gerere (= portare) e fa riferimento alla vistosa pelosità della pianta. Ma altri testi fanno riferimento ad altri significati: eri (= primavera, inizio) e geron (= vecchio), richiamandosi forse al pappo di alcune specie che invecchiando diventa grigio.
L'epiteto specifico (alpinus) si riferisce alle zone tipiche dove vivono le piante di questa specie.
Il genere ha ricevuto la denominazione di Erigeron dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné nel 1737.
I tedeschi chiamano questa pianta: Alpen-Berufkraut; i francesi la chiamano: Vergerette des Alpes; mentre gli inglesi la chiamano: Alpine Fleabane.
Morfologia
La dimensione della pianta varia da 6 a 10cm; ma si possono trovare (più raramente) individui che variano da pochi centimetri (2) fino a 40cm di altezza, questo a causa dell'alta variabilità della specie. La “Cespica alpina” ha uno sviluppo tappezzante, tipico delle piante d'alta quota. Un'altra caratteristica comune alle pianta montane è la sua villosità (serve come protezione contro il freddo). La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa (H scap): ossia è una pianta perennante tramite gemme posizionate al livello del terreno con fusto allungato e poco foglioso.
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
Parte ipogea: la parte interrata consiste in un corto rizoma.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è ascendente e villosa (peli allungati misti a peli più brevi, ma senza ghiandole). La forma è semplice (un solo capolino – fusto monocefalo) o al massimo è presente qualche ramo (fino a 5) e tutti terminanti in un capolino.
Foglie
Foglie basali: le foglie basali formano una rosetta e sono lineari – spatolate con apice acuto. La forma in generale si avvicina a quella di un cucchiaio. Dimensione delle foglie basali: larghezza 3 – 10mm; lunghezza 30 – 120mm.
Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono sessili, lineari, ciliate e densamente pelose su entrambe le pagine fogliari. La disposizione delle foglie lungo il fusto è in modo alterno. Dimensioni delle foglie cauline: larghezza 3mm; lunghezza 12 – 25mm.
Le foglie non sono persistenti alla stagione invernale.
Infiorescenza
Il fiore
L'infiorescenza è composta da singoli capolini terminali. La struttura dell'infiorescenza è quella tipica delle Asteraceae: un involucro formato da squame fa da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati e quelli interni tubulosi. L'involucro ha una forma campanulata. Le squame sono disposte in modo spiralato (in 2 serie) ed embricato; la parte apicale delle squame più esterne (quindi quelle inferiori) è ripiegata verso l'esterno (quasi patenti), mentre quelle superiori (le più interne) sono erette; le squame sono inoltre copiosamente villose. Il ricettacolo è nudo (senza pagliuzze interne). I capolini di una stessa pianta sono di norma tutti uguali tra di loro. Diametro del capolino: 1 – 2cm (2,5cm al massimo); diametro dell'involucro: 6 – 7mm.
Fiori
I fiori sono tetra-ciclici (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri.
Fiori periferici ligulati: questi fiori sono tutti femminili e con una forma molto stretta ed hanno un colore roseo o purpureo (sono violacei in piena estate); sono inoltre zigomorfi e sono disposti su più serie concentriche (2 - 3). Dimensione dei fiori: lunghezza 9mm.
Fiori interni tubulosi: questi fiori sono di due tipi: nella zona marginale sono filiformi di colore giallo paglierino, le corolle sono prive dei denti corollini e sono tutti femminili; mentre i fiori della zona centrale sono propriamente tubulosi di colore giallo-verdastro (aranciato-rossastri verso la fine della fioritura), la corolla possiede dei denti patenti (disposti a stella) e sono attinomorfied ermafroditi.
In generale i caratteri morfologici dei fiori di queste piante possono essere così riassunti:
Formula fiorale:
K 0, C (5), A (5), G 2 infero
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: i petali sono 5 con la porzione inferiore saldata a tubo.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate tra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo.
Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli; lo stilo è unico ma profondamente bifido
Fioritura: il periodo di fioritura va da luglio a settembre secondo la quota altitudinale e la latitudine; mentre la sporulazione va da settembre ad ottobre.
Frutti
Il frutto è un achenio sormontato da un pappo di peli tutti della stessa lunghezza.
Distribuzione e habitat
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orof. Eurasiat., ossia zone montagnose dell'Europa e dell'Asia. Per l'Europa, la corologia di questa specie è definita più precisamente come “zone montagnose dell'Europa meridionale” (S-Eur.-Mont.).
Diffusione: in Italia si trova in tutte le regioni montane (non al sud) ed è considerata abbastanza comune.
Habitat: per queste piante l'habitat tipico sono i pascoli subalpini (anche sassosi) e le praterie rase sub-alpine e alpine aride. Il substrato è siliceo (ma può essere anche calcareo ) e lievemente acidificato (in genere per questa specie il pH è considerato quasi neutro). La pianta ha bisogno di un basso livello nutrizionale (può essere considerata una specie rustica – di facile coltivazione) e con un medio-basso valore di umidità del terreno.
Diffusione altitudinale: dai 1600 ai 2800 ms.l.m.; sono compresi quindi i piani vegetazionali sub-alpino e alpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione: Comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno – Seslerietea variae;
ma anche (della stessa formazione):
Classe: Juncetea rifidi;
Sistematica
La famiglia delle Asteraceae o Compositae è la famiglia vegetale più numerosa, organizzata in oltre 1000 generi per un totale di circa 20.000 specie.
I fiori di E. alpinus come altri fiori quali ad esempio gli Aster o gli americani Helenium, nel volgare italiano sono noti come “margherite”; tuttavia, pur se appartengono alla stessa famiglia, sono in realtà fiori di generi diversi (per la precisione il nome Margherita dovrebbe essere attribuito solamente alla specie minore Bellis perennis e a quella più grande Leucanthemum vulgare); infatti la Cespica alpina appartiene al genere Erigeron comprendente diverse centinaia di specie una buona parte di origine americana, mentre le altre sono europee (e asiatiche) di cui una decina sono proprie della flora italiana.
Secondo le classificazioni più tradizionali[1] la specie Erigeron alpinus è compresa nella sezione delle Trimorpha insieme alla specie Erigeron acer e altre. Le altre sezioni sono: Eschenbachia, Caenothus e Euerigeron.
Variabilità
La variabilità di questa specie si sviluppa nell'altezza dei fusti e nella pelosità in generale della pianta. Sugli Appennini è facile trovare individui densamente pelosi quasi lanosi (var. strigosus Fiori); sul calcare invece sono più frequenti individui glabrescenti (var. prantlii D.Torre). In ambienti più umidi le piante diventano più lussureggianti (fusti alti, foglie grandi e numerosi capolini).
Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
Erigeron alpinus L. proles pyrenaicus (Pourret) Rouy (1903)
Erigeron alpinus L. subsp. alpinus: è la specie più comune e si trova in prevalenza sulle Alpi (altezza da 5 a 15cm; con 1 – 5 capolini; foglie mediamente sviluppate con pubescenza regolare).
Erigeron alpinus L. subsp. alpinus var. alpinus
Erigeron alpinus L. subsp. alpinus var. nevadensis auct.
Erigeron alpinus L. subsp. centroniae Beauverd (1912)
Erigeron alpinus L. subsp. frigidus sensu Rouy (1903) (sinonimo = Erigeron aragonensis)
L'unico uso che si può fare di questa piante è nel giardinaggio. Grazie al suo sviluppo tappezzante (nel corso del tempo si allarga molto) è impiegata soprattutto nei giardini rocciosi. In primavera va concimata periodicamente con poca acqua. Queste piante non temono il freddo quindi si possono coltivare in qualsiasi periodo dell'anno, basta che abbiano alcune ore di sole al giorno. Durante i mesi freddi la parte aerea della pianta si dissecca completamente, per rifiorire l'anno successivo in primavera-estate.
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