Il nome del genere deriva da Sèrapis, dio egizio della fertilità, e fa riferimento alle presunte proprietà afrodisiache dei loro rizotuberi.
Descrizione
Morfologia del labello di S. lingua
Il genere è caratterizzato da un fiore di colore generalmente rossastro, privo di sperone, con un labello bipartito, da una più o meno pronunciata strozzatura, in un ipochilo, racchiuso in casco formato dai tepali, ed un epichilo a forma di lingua più o meno acuminata.
La zona di congiunzione tra le due parti del labello è più o meno ripiegata e presenta una peluria rosso-bruna o, in alcune specie, biancastra. La base dell'ipochilo è cuneiforme e presenta una callosità scura e lucida. La morfologia di queste callosità basali del labello è un importante carattere distintivo tra le specie del genere (vedi Tassonomia). I sepali, ovato-lanceolati, e i petali, poco più piccoli, con estremità filiforme, concorrono con l'ipochilo alla formazione di un casco, all'interno del quale è presente il ginostemio e due pollinii. L'ovario è sessile, non contorto. La forma e la misura dei petali e del labello sono anch'essi importanti per la determinazione delle specie, che per il resto hanno caratteri molto somiglianti.
L'apparato radicale è costituito da 2 a 5 rizotuberi ovoidali.
Biologia
La riproduzione delle specie del genere Serapias può avvenire sia per via sessuata grazie all'impollinazione entomofila o alla autoimpollinazione (in alcune specie, come Serapias parviflora, per cleistogamia, ovvero per autofecondazione prima ancora che avvenga l'apertura del fiore), sia per moltiplicazione vegetativa, con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi - tale meccanismo si osserva per esempio in Serapias lingua e Serapias politisii[2].
Il genere non comprende specie produttrici di nettare; gli insetti pronubi, prevalentemente imenotteri Apoidei ma anche coleotteri (p.es. Osmia spp., Oxythyrea spp.) vengono attratti dal colore e dall'odore del fiore ovvero utilizzano il casco tepalico che cinge l'ipochilo del fiore come rifugio per la notte o contro la pioggia; così facendo vengono in contatto con il ginostemio, cospargendosi di polline che, una volta abbandonato il loro rifugio, depositeranno successivamente in altri fiori fecondandoli.[3].
Distribuzione e habitat
Il genere Serapias ha un areale che si estende dalle isole Azzorre, attraverso i paesi del bacino del Mediterraneo e del mar Nero, sino al Caucaso.
Alcune specie come S. vomeracea, S. cordigera, S. lingua e S. parviflora sono ampiamente distribuite in tutto l'areale, mentre la maggior parte delle specie sono endemismi a diffusione limitata, talora circoscritta a poche stazioni.
Tassonomia
Filogenesi
La monofilia del genere Serapias è stata recentemente confermata da studi molecolari basati su analisi del RNA ribosomiale[4].
Il genere appartiene alla sottotribù Orchidinae (famiglia: Orchidaceae, sottofamiglia: Orchidoideae, tribù: Orchideae), i cui rapporti filogenetici sono sintetizzati in questo cladogramma:
Orchidinae
Anacamptis
Serapias
Ophrys
Himantoglossum
Neotinea
Orchis
Gymnadenia
Dactylorhiza
Pseudorchis
Platanthera
Traunsteinera
I generi filogeneticamente più vicini a Serapias sono i generi Anacamptis (con il quale forma frequentemente degli ibridi - vedi sotto) e Ophrys.
Specie
Il genere comprende una trentina di entità, tra specie e sottospecie, suddivise in due sezioni che si differenziano in base alla morfologia delle callosità basali del labello. La prima (sezione Serapias - callosità basale unica, reniforme) è rappresentata dal gruppo Serapias lingua e comprende 4 specie; la seconda (sezione Bilamellaria - callosità basale divisa in due parti divergenti) comprende il gruppo S. parviflora (4 specie) e il gruppo S. vomeracea (8 specie)[5]. Le due sezioni hanno un diverso numero cromosomico: 2n=36 per i gruppi S. parviflora e S. vomeracea, 2n=72 per il gruppo S. lingua[6].
Felicioli A., Strumia F., Filippi L. e Pinzauti M., Observations on the relations between Orchids of the Genus Serapias and their pollinators in an area of central Tuscany, in Frustula ent. 2000; 21: 103-108.
(EN) Pierre Delforge, Orchids of Europe, North Africa And the Middle East, Timber Press, 2006, ISBN0-88192-754-6.
Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN978-88-8039-891-2.
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