Rauvolfia L., 1753 è un genere di piante sempreverdi della famiglia delle Apocynaceae[1], diffuso prevalentemente nei paesi della zona tropicale e subtropicale.
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Rauvolfia serpentina era anticamente usata dagli indigeni[di quale area geografica?] per curare l'avvelenamento da morso di serpente e le punture degli scorpioni, è compresa nella medicina greco-araba e nei testi antichi indiani sempre come antidoto.[3] Contiene diverse sostanze bioattive, come ajmalina, deserpidina, rescinnamina, serpentinina, yohimbina, raubasina e reserpina: quest'ultimo alcaloide è stato ampiamente usato come farmaco antipertensivo, ma oggi è stato sostituito da altri farmaci per gli effetti indesiderati sul SNC (parkinsonismo iatrogeno, forte depressione) dovuti al depauperamento delle scorte di serotonina e dopamina. Per questi motivi, la reserpina è utilizzata solo in laboratorio.
Altre piante di questo genere sono usate sia nella medicina occidentale sia nell'Ayurveda, nell'Unani, e nella medicina popolare. Gli alcaloidi contenuti riducono la pressione arteriosa, deprimono l'attività del sistema nervoso centrale, ed hanno azione ipnotica.
Donne gravide o presunte tali non dovrebbero ingerire preparati di Rauvolfia, che possono essere dannosi anche in soggetti con malattie croniche (ulcere gastroduodenali, reflusso esofageo, colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi...).
Note
(EN) Rauvolfia, in The Plant List. URL consultato il 17 settembre 2014.
(EN) Rauvolfia, in Kew World Checklist of Selected Plant Families. URL consultato il 17 settembre 2014.
"Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.71
Bibliografia
Lewis, W. H. and M. P. F. Elvin-Lewis. (2003). Medical Botany. Hoboken: Wiley. pg 286
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