Può raggiungere i 30-40m[2], ma di solito è più basso (circa 20m). La chioma giovanile è conica, con i rami che salgono curvi verso l'alto. Nelle piante adulte diventa piramidale, con i rami inferiori spogli di aghi che rimangono attaccati al tronco[3]. In seguito diventa vagamente ombrelliforme, ma più irregolare rispetto al pino domestico[2].
Corteccia
Chiara nei pini più giovani, diventa grigia in quelle adulte; è spessa e fessurata, rosea nelle screpolature[2].
Foglie
Aghiformi, lunghe 12-25cm da adulte, in gruppi di due (o, raramente, tre). Sono verdi chiare e talvolta tendenti al glauco, molto rigide e spesse circa 2mm, con i margini leggermente dentellati e stomi su tutti i lati disposti in linea.
Fiori
Meglio indicati come sporofilli, maturano in aprile-maggio.
Macrosporofilli: a grappolo e rossastri, divisi sulla stessa pianta da quelli maschili.
Microsporofilli: sono riuniti in grossi grappoli, di colore giallo dorato.
Strobili
Sono grandi, di forma ovale-conica e simmetrica, lunghi da 7 a 20cm e larghi da 4 a 6cm. Sono molto più stretti e conici rispetto al pino domestico[2]. Contengono dei piccoli semi scuri muniti di ala.
Distribuzione e habitat
Bosco di pini marittimi
Forma boschi sulle coste sabbiose del Mediterraneo occidentale (mediterraneo-atlantico), con una concentrazione maggiore nella Penisola iberica compresa la costa portoghese e lungo la costa sudoccidentale della Francia; è sensibile al gelo e vive bene dove la temperatura invernale non si discosta molto da 6°C; si è comunque diffuso con impianti artificiali sulle dune costiere oltre il suo areale d'origine; può formare boschi misti con Pinus sylvestris, Quercus ilex o anche con Pinus nigra; ha minori esigenze di mitezza climatica e di suoli profondi e umidi rispetto a Pinus pinea[3].
Predilige terreni silicei anche con reazione acida[4]. Tuttavia si adatta anche a terreni sub-alcalini o alcalini (rilievi dell'Appennino tosco-emiliano).
In Italia la specie è di dubbio indigenato ed è considerata quindi criptogenica; il suo areale comprende la fascia peninsulare fino alla Toscana e l'isola di Pantelleria; sebbene in molti ambienti appaia come spontaneo, è stato introdotto in molti luoghi dall'uomo in età storica[5]. Si ritrova inoltre in Liguria e in Sardegna. Preferisce stazioni di collina o anche di bassa montagna rispetto alle pianure[6].
La pianta è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie esotiche invasive più dannose al mondo.
Resina e prodotti
Si tratta di una specie coltivata soprattutto per la produzione di resina vegetale; che si ricava con un'incisione di 10 × 3cm sul tronco, dove viene posta una grondaia di lamiera in modo da far colare le resina in un recipiente; ogni tanto il taglio viene ripulito e allungato di qualche centimetro verso l'alto, fino a raggiungere anche 3m di altezza; a questo punto si procede da un'altra parte del tronco, lasciando come minimo una striscia di corteccia intatta di oltre 5cm; dalla resina del pino si può ottenere la trementina, la colofonia (per distillazione) e la pece nera[2].
Dalla distillazione del legno di qualità inferiore si ottiene il catrame vegetale[2].
Pinus pinaster pinaster, sottospecie nominale, diffusa lungo le coste dell'Oceano Atlantico.
Pinus pinaster escarena (Risso) K. Richter, diffusa nel bacino del Mediterraneo.
Pinus pinaster renoui (Villar) Maire, endemica delle montagne dell'Atlante.
Galleria d'immagini
I pini marittimi
Corteccia
Microsporofilli
Macrosporofilli
Giovane strobilo e foglie
Pigna
Semi
Note
(EN) Farjon, A. 2013, Pinus pinaster, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 1º aprile 2016.
Gian Lupo Osti, La macchia mediterranea, Milano, Mursia, 1986, pp.116-117, SBNIT\ICCU\CFI\0015853.
Oleg Polunin e Martin Walters, Guida alle vegetazioni d'Europa', Bologna, Zanichelli, 1987, p.114, ISBN88-08-03740-1. 1ª ed. originale: (EN) A Guide of the Vegetation of Britain and Europe, New York, Oxford University Press, 1985.
Alessandro Chiusoli (a cura di), Guida pratica agli alberi e arbusti in Italia, traduzione di Francesco Franconeri, Milano, Selezione dal Reader's Digest, 1983, p.250, ISBN88-7045-067-8. 1ª ed. originale: (EN) Nature Lover's Library Field Guide to Trees and Shrubs, London, The Reader's Digest Association, 1981.
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