Pinus cembroides, noto anche come pino messicano,[2] è un pino originario del Nord America. Esso cresce in zone con bassi livelli di piovosità e la sua distribuzione geografica si estende verso sud dall'Arizona, Texas e Nuovo Messico negli Stati Uniti d'America fin nel Messico. Si tratta di un pino piccolo che cresce fino a circa 20 metri di altezza e con diametro del tronco fino a 50cm.
I semi sono grossi e formano la dieta della ghiandaia messicana e dello Scoiattolo di Albert. Essi vengono raccolti anche per il consumo umano, essendo i più diffusamente utilizzati pinoli in Messico. È un comune pino con ampia diffusione e l'Unione internazionale per la conservazione della natura ha classificato il suo stato di conservazione come specie a rischio minimo.
Distribuzione
Il territorio si estende dall'estremità occidentale del Texas, dove è limitato ai monti Chisos e Davis, verso sud attraverso gran parte del Messico, trovandosi ampiamente lungo le catene della Sierra Madre Orientale e della Sierra Madre Occidentale e più raramente nella parte orientale della catena della Fascia Vulcanica Trasversale.[3] Esso vive in zone di basse precipitazioni, che vanno da 380 a 640mm l'anno e la sottospecie orizabense (Pinus orizabensis) si trova ancora più a sud nello stato di Veracruz. Vi è inoltre una popolazione "disgiunta" nella Sierra de la Laguna, nella Bassa California del Sud. Cresce tipicamente nella fascia di altitudini dai 1600 ai 2400m s.l.m..
Descrizione
Dettaglio del fogliame, pigne
Il Pinus cembroides è un albero di dimensioni medio piccole, che raggiunge un'altezza da 8 a 20metri e con un tronco di diametro fino a 50centimetri di diametro. La corteccia è marrone scuro, spessa e profondamente fessurata alla base del tronco. Le foglie (aghi) sono mescolate a coppie e terne, esili, lunghe da 3 a 6 centimetri, di un lieve color verde giallognolo, con stomi sia sulla superficie interna che esterna.
Le pigne sono globose, lunghe da 3 a 4centimetri e ampie quando sono chiuse, verdi all'inizio, giallo-marroni maturando a 18–20 mesi, con solo un piccolo numero di spesse scaglie, da 5 a 12 scaglie fertili. I coni si aprono ad una larghezza di 4/5centimetri quando maturano, mantenendo i semi sulle scaglie dopo l'apertura.
I semi sono lunghi da 10 a 12millimetri, con un guscio spesso, un Endosperma rosa e un'ala residua di 2mm; essi vengono dispersi dalla ghiandaia messicana, che le becca dai coni aperti. La ghiandaia, che utilizza i semi come fonte principale di cibo, immagazzina molti semi per un utilizzo successivo e alcuni di questi rimangono inutilizzati, potendo così crescere in nuovi alberi.
Il pino messicano fu il primo pinyon pine decritto, citato da Zuccarini nel 1832. Molti degli altri pinyon pine sono stati trattati come sue "varianti" o sottospecie, in diversi momenti nel passato, ma le ricerche negli ultimi 10–50 anni hanno mostrato che molte sono specie distinte. Alcuni botanici includono ancora il Pinus johannis e il Pinus orizabensis nel pino messicano; il primo considerato nei pini messicani nel sud dell'Arizona e nel Nuovo Messico.
Il pino messicano è relativamente una specie non-variabile, con una morfologia costante sull'intera gamma tranne che per la popolazione disgiunta nelle foreste di querce e pini della Bassa California del Sud. Questo è trattato generalmente come una sottospecie, la sottospecie lagunae del Pinus cembroides, benché alcuni botanici lo trattino come specie a parte, la P. lagunae. Questa sottospecie differisce nelle foglie, leggermente più lunghe, da 4 a 7cm, e pigne più lunghe (fino a 5,5cm) e più strette.
I semi sono raccolti dappertutto in Messico, essendo i principali pinoli nella regione. Gradevoli al palato al naturale, il loro sapore è considerato migliore se abbrustoliti.[5]
(EN) Joseph G. Hall, 1973, "The Kiabab squirrel" in: Symposium on rare and endangered wildlife of the southwestern United States: Proceedings; 1972 September 22–23; Albuquerque, New Mexico. Santa Fe, New Mexico: New Mexico Department of Game and Fish, 18–21
(EN) Donald Culross Peattie, A Natural History of Western Trees, New York, Bonanza Books, 1953, p.66.
Fonti
Pinus cembroides, Lista rossa IUCN, IUCN, consultato il 12 maggio 2006
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