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La pelosella fiorentina (nome scientifico Pilosella piloselloides (Vill.) Jirí Soják, 1971) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
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Pelosella fiorentina
Pilosella piloselloides
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Pilosella
Sottogenere Pilosella sect. Praealtae
Specie P. piloselloides
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Pilosella
Sottogenere Pilosella sect. Praealtae
Specie P. piloselloides
Nomenclatura binomiale
Pilosella piloselloides
(Vill.) Jirí Soják, 1971

Etimologia


Il nome del genere (Pilosella) deriva dal latino "pilosus" (significa "peloso") e si riferisce all'aspetto piuttosto pubescente di queste piante.[3] L'epiteto specifico (piloselloides) significa "simile a pilosella", ossia alla pianta Pilosella officinarum che in precedenza era denominata Hieracium pilosella.[4]

Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente dal botanico francese Domínique Villars (1745-1814) e poi perfezionato dal botanico ceco Jirí Soják (1936-2012) nella pubblicazione "Preslia. Vestnik (Casopsi) Ceskoslovenske Botanicke Spolecnosti. Bulletin de la Société Botanique Tchecoslovaque a Prague - 43(2): 185. 1971" del 1971.[5]


Descrizione


Il portamentoGiardino Botanico Alpino Giangio Lorenzoni, Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16 luglio 2009
Il portamento
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16 luglio 2009
La rosetta basaleGiardino Botanico Alpino Giangio Lorenzoni, Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16 luglio 2009
La rosetta basale
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16 luglio 2009
Il capolinoGiardino Botanico Alpino Giangio Lorenzoni, Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16 luglio 2009
Il capolino
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16 luglio 2009

Habitus. Le specie di questa sezione, con cicli biologici perenni, sono piante erbacee non molto alte. La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. Tutte le specie del gruppo sono provviste di peli ramificati e non e di latice (i vasi latticiferi sono anastomizzati). Queste piante possono raggiungere una altezza compresa tra 20 – 80 cm.[6][7][8][9][10][11][12][13][14]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma e sono divise in un denso pennello.

Fusto.

Foglie. Le foglie si dividono in basali (da 5 a 15) e cauline. In genere sono glaucescenti e spesso sono più o meno arrossate con lunghe setole (3 – 5 mm) e pochi peli stellati. Quelle basali hanno la lamina a forma da lineare a lineare-spatolata gradualmente confluenti in un picciolo alato; le foglie primitive possono essere anche a forma oblanceolata. Le foglie cauline sono poche (1 - 3) ed hanno forme strettamente lineari con base ristretta oppure avvolgente per la metà il fusto (ma non abbracciante). Dimensione delle foglie basali: larghezza 3 – 6 mm; lunghezza 45 – 120 mm.

Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da 8 - 20 (raramente fino a 80) piccoli capolini peduncolati in formazioni corimbose o a pannocchia (sinflorescenze di tipo umbellato-panicolate). Il capolino è formato da un involucro composto da brattee (o squame) disposte su una sola serie (mancano quelle esterne), all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. La pubescenza del peduncolo è formata da pochi peli stellati e ghiandolosi. L'involucro è cilindrico fino a cilindrico-ellissoide ed è lungo 5 – 8 mm; è ricoperto da pochi peli stellati e ghiandolosi; la dimensione delle squame varia da stretta a larga, hanno colori scuri e sono provviste di orli più chiari. Il ricettacolo è nudo (ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori), formato da alveoli con margini dentati. Diametro dei capolini: 5 – 15 mm.

Fiori. I fiori sono tutti del tipo ligulato[15] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi (raramente sono stilosi - senza ovuli).

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[16]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, bruno-scuri o nerastri, a forma colonnare-obconica, sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie è provvista di 10 coste terminati nella parte alta con un dentello. Il pappo è formato da setole semplici, color bianco sporco, disposte su una sola serie, tutte sottili e della stessa lunghezza. Lunghezza dell'achenio: 1,5 – 2 mm.


Biologia



Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta(Distribuzione regionale[20] – Distribuzione alpina[21])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[20] – Distribuzione alpina[21])

Fitosociologia



Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[21]

Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thlaspietea rotundifolii
Ordine: Epilobietalia fleischeri

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]

Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica.
Classe: Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl., 1948
Ordine: Epilobietalia Fleischeri Moor, 1958
Alleanza: Epilobion fleischeri G. Braun-Blanquet ex Br.-Bl., 1949

Descrizione. L'alleanza Epilobion fleischeri è relativa alle comunità erbacea perenne, su terreni alluvionali sassosi e ghiaiosi in presenza di corsi d’acqua a regime torrentizio in cui si alternano fasi di inondazione e fasi di disseccamento. Il piano climatico è più o meno quello mesotemperato. La copertura di questa comunità è discontinua, prevalentemente costituita da emicriptofite con un numero limitato di specie. Distribuzione: l’alleanza, tipica della regione alpina, è rara in Appenino.[24]

Specie presenti nell'associazione: Epilobium fleischeri, Epilobium dodonaei, Scrophularia canina, Scrophularia juratensis, Pilosella piloselloides, Chondrilla chondrilloides, Salix purpurea, Salix elaeagnos, Galeopsis angustifolia, Myricaria germanica e Erigeron angulosus.


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[25], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[26] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[27]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]


Filogenesi


Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae.[10] Il nucleo della sottotribù Hieraciinae è l'alleanza Hieracium - Pilosella (comprendenti la quasi totalità delle specie della sottoribù - oltre 3000 specie) e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Alcuni Autori includono in questo gruppo anche i generi Hispidella e Andryala.[28]

I caratteri distintivi per il genere Pilosella sono:[12][9]

  • tutta la piante è densamente pelosa;
  • gli acheni hanno 10 coste longitudinali.

Classificazione del genere. Il genere Pilosella è un genere di difficile classificazione in quanto molte specie tendono ad ibridarsi e molto spesso tra una specie e un'altra è presente un "continuam" di caratteri e quindi sono difficilmente separabili. La specie di questa voce (come Pilosella officinarum Vaill.) fa parte di un gruppo polimorfo di difficile interpretazione in quanto si tratta di stirpi che vivono in zone dove la concorrenza con altre specie è molto ridotta. Inoltre l'ecologia dei singoli aggregati ed intermediari manca ancora di studi approfonditi e completi. Di questo gruppo alcuni taxon sono sottospecie o varietà di P. piloselloides, altri sono considerati "intermediari" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie, e altri ancora sono considerati aggregati (o inclusi). A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[12]

La specie di questa voce è descritta all'interno della I sezione Pilosella sect. Praealtae, i cui caratteri principali sono:[12]

  • lo scapo è ramificato, alto 20 - 100 cm, con molti capolini (da 10 a 40) e con 2 - 4 foglie cauline;
  • i peli in genere sono semplici, lunghi 1 - 5 mm e chiari;
  • entrambe le facce delle foglie sono verdi, quelle basali sono glauche e quelle cauline sono prive di ghiandole.

La specie P. piloselloides è invece individuata dai seguenti ulteriori caratteri:[12]

  • gli stoloni sono assenti (sono presenti talvolta getti caulini accessori);
  • i peduncoli dei capolini sono sottili (meno di 0,5 mm di diametro);
  • i peli semplici sulle brattee dell'involucro sono da assenti a piuttosto densi;
  • i peli ghiandolari e stellati sulle foglie sono assenti;
  • sui peduncoli dei capolini i peli stellati sono da assenti a sparsi.

L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. P. piloselloides è caratterizzata dalla seguente pubescenza:[12]

Tipo peliCauleFogliePeduncoli dei capoliniBrattee involucrali
Peli sempliciPeli rigidi lunghi 3 - 5 mm (in basso da assenti a densi - in alto da sparsi a assenti)Da assenti a densiDa assenti a sparsi, lunghi 2 - 4 mm, rigidi, nerastri in basso, altrove grigio-bianchiDa assenti a densi
Peli ghiandolariAssenti (sparsi in alto)AssentiDa assenti a sparsiDa assenti a densi
Peli stellatiAssenti o sparsiAssentiDa assenti a sparsi (sotto l'involucro raramente densi)Da assenti a sparsi (in basso raramente densi)

Il numero cromosomico di P. piloselloides è: 2n = 18, 27, 36 e 45.[12]


Sottospecie


Per questa specie attualmente sono riconosciute come valide 5 sottospecie, tutte sono presenti nella flora spontanea italiana (a parte la subsp. rubrobauhini).[2]

SottospecieAutore e annoDistribuzione euro-mediterranea
piloselloidesEuropa (centrale), Penisola Balcanica, Russia e Transcaucasia
floccosa(Nägeli & Peter) S. Bräut. & Greuter, 2007Europa (centrale) e Penisola Balcanica
praealta(Gochnat) S. Bräut. & Greuter, 2007Europa (escluse le zone sud-orientali)
rubrobauhini(Schelk. & Zahn) S. Bräut. & Greuter, 2007Transcaucasia e Anatolia
magyarica(Peter) S.Bräut. & Greuter, 2007Europa occidentale-orienale, Transcaucasia, Anatolia e Siria

Nota: la sottospecie praealta nella "Flora d'Italia" è considerata come specie Pilosella praealta (Gochnat) F.W.Schultz & Sch.Bip..


Specie simili


Nella "Flora d'Italia" nella stessa sezione di questa voce (Pilosella sect. Praealtae) sono indicate le seguenti altre specie, più o meno simili a quelle di questa voce:[12]

Si distingue da P. piloselloides per: i peduncoli dei capolini sono grossi (da 0,5 a 0,7 mm di diametro) con peli stellati da piuttosto densi a densi.
Alla specie P. praealta sono collegate le seguenti altre specie:
  • P. anobrachia (Arv.-Touv. & Gaut.) S.Bräut. & Greuter, 2007 - I caratteri sono più simili al gruppo piloselloides/praealta che alla specie P. peleteriana.
  • P. arnoseroides (Nägeli & Peter) Soják, 1971 - I caratteri sono intermedi tra il gruppo piloselloides/praealta e la specie P. peleteriana.
  • P. visianii F.W.Schultz & Sch.Bip., 1861 - I caratteri sono più simili al gruppo piloselloides/praealta che alla specie P. officinarum.
  • P. tephrodes (Nägeli & Peter) S.Bräut. & Greuter, 2007 - I caratteri sono più simili al gruppo piloselloides/praealta che alla specie P. saussureoides
  • P. sulphurea (Döll) F.W.Schultz & Sch.Bip., 1862 - I caratteri sono intermedi tra il gruppo piloselloides/praealta e la specie P. lactucella
  • P. frigidaria (Nägeli & Peter) Soják, 1971 - I caratteri sono più simili al gruppo piloselloides/praealta che alla specie P. glacialis
  • P. salernicola (Vetter & Zahn) Soják, 1982 - I caratteri sono intermedi tra il gruppo piloselloides/praealta e la specie P. brachycoma
Si distingue da P. piloselloides per: gli stoloni sono epigei e con forme sottili e allungate.
Alla specie P. bauhini è collegata la seguente altre specie:
  • P. leptophyton (Nägeli & Peter) S.Bräut. & Greuter, 2007 - I caratteri sono più simili alla specie P. bauhini che alla specie P. officinarum.
Si distingue da P. piloselloides per: gli stoloni sono assenti (raramente con getti caulini o flagelli); la pagina superiore delle foglie è generalmente opaca; il diametro dei peduncoli è di 0,3 - 0,9 mm; i peli semplici sulle brattee involucrali sono da sparsi a densi; i peli stellati sulla pagina superiore delle foglie sono presenti sulle nervature, mentre sulle brattee involucrali sono densi.
Alla specie P. ziziana sono collegate le seguenti altre specie:
  • P. anchusoides Arv.-Touv., 1880 - I caratteri sono più vicini alla specie P. ziziana che alla specie P. officinarum.
  • P. litardiereana (Zahn) Soják, 1971 - I caratteri sono più vicini alla specie P. ziziana che alla specie P. pseudopilosella
Si distingue da P. piloselloides per: gli stoloni epigei sono sottili e allungati; la pagina inferiore delle foglie basali ha sparsi peli stellati.
Alla specie P. densiflora è collegata la seguente altra specie:
  • P. fallacina (F.W.Schultz) F.W.Schultz, 1863 - I caratteri sono più vicini alla specie P. densiflora che alla specie P. officinarum.

Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 13 luglio 2022.
  3. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 10-gennaio-2014.
  4. David Gledhill 2008, pag. 303.
  5. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28-gennaio-2014.
  6. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. Strasburger 2007, pag. 860.
  8. Judd 2007, pag.517.
  9. Kadereit & Jeffrey 2007, pag.195.
  10. Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  11. Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  12. Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1121.
  13. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 293.
  14. Gunter Gottschlich & Domenico Pujatti, Il genere Hieracium in provincia di Trento (PDF), in Ann. Mus. civ. Rovereto; Vol. 16 (2000); pag. 273 - 351.
  15. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 12.
  16. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  17. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  18. Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  19. Judd 2007, pag. 523.
  20. Conti et al. 2005, pag. 109.
  21. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 688.
  22. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 31-gennaio-2014.
  23. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 13 luglio 2022.
  24. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 33.6.1 ALL. EPILOBION FLEISCHERI G. BRAUN-BLANQUET EX BR.-BL. 1949. URL consultato il 14 marzo 2022.
  25. Judd 2007, pag. 520.
  26. Strasburger 2007, pag. 858.
  27. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 maggio 2021.
  28. Fehrer et al. 2021.
  29. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 12 luglio 2022.
  30. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 12 aprile 2022.
  31. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 12 aprile 2022.
  32. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 12 aprile 2022.

Bibliografia



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