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La pelosella orecchia (nome scientifico Pilosella lactucella (Wallr.) P.D.Sell & C.West, 1967) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
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Pelosella orecchia
Pilosella lactucella
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Pilosella
Sottogenere Pilosella sect. Lactucellina
Specie P. lactucella
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Pilosella
Specie P. lactucella
Nomenclatura binomiale
Pilosella lactucella
(Wallr.) P.D.Sell & C.West, 1967

Etimologia


Il nome del genere (Pilosella) deriva dal latino "pilosus" (significa "peloso") e si riferisce all'aspetto piuttosto pubescente di queste piante.[3] L'epiteto specifico lactucella deriva (è un diminutivo) da lactuca (= lattice) e fa riferimento all'abbondanza di sacchi latticinosi contenuti in queste piante.[4][5]

Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente dal botanico germanico Carl (Karl) Friedrich Wilhelm Wallroth (1792-1857), perfezionato successivamente dai botanici Peter Derek Sell (1929-) e Cyril West (1887-1986) nella pubblicazione "Watsonia; Journal of the Botanical Society of the British Isles. Abroath, Scotland - 6: 314. 1967" del 1867.[6]


Descrizione


Descrizione delle parti della pianta
Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Il portamento
Infiorescenza
Infiorescenza
I fiori
I fiori

Habitus. Queste piante possono raggiungere una altezza compresa tra 8 – 25 cm (massimo 30 cm). La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. Sono inoltre provviste di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati).[7][8][9][10][11][12][13][14]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto.

Foglie. Le foglie sono sia basali che cauline disposte in modo alterno. La pubescenza delle foglie è composta da abbondanti setole e pochi peli stellati. Le foglie della rosetta basale (da 4 a 6) hanno delle forme da lineari a ellittico-spatolate con apici acuti o subacuti; i bordi sono interi o appena dentellati; il colore è verde-glauco, più o meno lucido, su entrambe le facce. Le foglie degli stoloni sono grandi la metà. Sul caule è presente una sola foglia (posizionata in genere nella metà inferiore) ridotta a forma lineare e lunga 1 cm. Dimensioni delle foglie basali: larghezza 5 – 8 mm; lunghezza 30 – 45 mm.

Infiorescenza. L'infiorescenza è composta da 2 - 4 capolini terminali (le sinflorescenze sono del tipo da panicolato a racemoso). I capolini, peduncolati, solamente di tipo ligulifloro (ossia composti da diversi fiori ligulati), sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. I peduncoli spesso sono ricurvi e sono ricoperti da diversi peli ghiandolosi e pochi peli stellati; sono sottesi inoltre da alcune brattee squamiformi bianco-marginate. L'involucro ha una forma più o meno cilindrica-elissoide (fino a turbinata) ed è formato da una sola serie di brattee (mancano quelle esterne). Le brattee sono disposte a spirale e con lunghezze progressivamente crescenti (larghezza al massimo di 1 mm), si presentano con diversi peli stellati e ghiandolosi; il colore è da verde-scuro a nerastro con orli più chiari. Il ricettacolo alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette) e alveolato (gli alveoli sono brevemente dentati sui margini). Dimensioni dell'involucro: larghezza 5 – 8 mm; lunghezza 6 – 9 mm. Diametro dei capolini: 1 – 2 cm.

Fiori. I fiori, tutti ligulati (i fiori tubulosi in genere sono mancanti), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[15]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma cilindrica ristretta alla base (ma non all'apice) e privi di becco (non sono compressi); sono inoltre provvisti di 10 coste longitudinali terminanti con un dentello. Il pappo si compone di fragili setole semplici color bianco-sporco su una sola serie, tutte sottili e della stessa lunghezza. Dimensione degli acheni: 1,5 – 2 mm.


Biologia



Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta(Distribuzione regionale[19] – Distribuzione alpina[20])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[19] – Distribuzione alpina[20])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euro-Siberiano.

Distribuzione: in Italia questa specie è presente al Nord (comunemente) e al Centro (più raramente e fino all'Abruzzo); fuori dall'Italia sui rilievi collegati alle Alpi si trova nei Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Carpazi.[20]

Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli subalpini e alpini e i prati in genere su terreni acidi; ma anche i luoghi pietrosi. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[20]

Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 250 fino a 2.600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano, subalpino e in parte alpino. In Europa è presente ovunque (escluse alcune zone sud orientali).[2]


Fitosociologia



Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
Classe: Nardetea strictae.

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[21]

Macrotipologia: vegetazione sopraforestale criofila e dei suoli crioturbati.
Classe: Caricetea curvulae Br.-Bl. 1948 nom. cons. propos. Rivas-Martínez, Diaz, Ferná ndez- González, Izco, Loidi, Lousa & Penas, 2002
Ordine: Caricetalia curvulae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny, 1926
Alleanza: Nardion strictae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny, 1926

Descrizione. L'alleanza Nardion strictae è relativa alle praterie acidofile e mesofile che si sviluppano in stazioni pianeggianti o poco pendenti presenti sui rilievi montuosi più elevati dell’Europa meridionale. Spesso queste aree sono legate a siti caratterizzati da innevamento prolungato. La distribuzione dell'alleanza è situata nella fascia dell’Europa media, andando dai Pirenei ai Carpazi. In Italia è presente sulle Alpi e, localizzata, sull'Appennino settentrionale.[22]

Alcune specie presenti nell'associazione: Ajuga pyramidalis, Alopecurus gerardii, Gnaphalium sylvaticum, Pilosella aurantiaca, Plantago alpina, Pseudorchis albida, Ranunculus villarsii, Trifolium alpinum e Viola ferrarinii.


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[23], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[24] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[25]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][11][12]


Filogenesi


Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae.[12] Il nucleo della sottotribù Hieraciinae è l'alleanza Hieracium - Pilosella (comprendenti la quasi totalità delle specie della sottotribù - oltre 3000 specie) e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Alcuni Autori includono in questo gruppo anche i generi Hispidella e Andryala.[26]

I caratteri distintivi per il genere Pilosella sono:[14][11]

  • tutta la piante è densamente pelosa;
  • gli acheni hanno 10 coste longitudinali.

Classificazione del genere. Il genere Pilosella è un genere di difficile classificazione in quanto molte specie tendono ad ibridarsi e molto spesso tra una specie e un'altra è presente un "continuam" di caratteri e quindi sono difficilmente separabili. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[14]

La specie di questa voce è descritta all'interno della VI sezione Pilosella sect. Lactucellina, i cui caratteri principali sono:[14]

  • lo scapo è ramificato ed è alto al massimo 25 cm;
  • le foglie (poche) sono verdi su entrambe le facce;
  • la pagina inferiore delle foglie basali è priva di peli stellati (i peli ghiandolari sono presenti solamente sui margini);
  • le sinflorescenze hanno pochi capolini;
  • i peli semplici sull'involucro sono assenti, oppure da sparsi a densi.

La specie P. lactucella è invece individuata dai seguenti ulteriori caratteri:[14]

  • diametro degli stoloni: 0,7 - 1,2 mm, con foglie progressivamente maggiori verso l'apice;
  • la lamina delle foglie basali varia da spatolata fino a lanceolata-obovata;
  • le sinflorescenze contengono in tutto 2 - 4 capolini;
  • il colore delle ligule è giallo limone.

L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. P. lactucella è caratterizzata dalla seguente pubescenza:[14]

Tipo peliStoloniCauleFogliePeduncoli dei capoliniBrattee involucrali
Peli sempliciSugl internodi sono sparsi; sui margini delle foglie stolonifere sono da sparsi a densiAssentiSparsi sui margini, lunghi 3 - 5 mm, bianchi e subrigidiAssentiSparsi o assenti (raramente densi), lunghi 1 - 2 mm, rigidi, nerastri in basso e biancastri altrove
Peli ghiandolariSolitariSparsiSolamente sui marginiDa sparsi a densiDa sparsi a molto densi
Peli stellatiAssentiSparsi in basso, assenti in altoAssentiDensiAssenti sui margini, altrove sparsi, in basso densi

Il numero cromosomico di P. lactucella è: 2n = 18, 27 e 36.[14]


Sottospecie


Per questa specie sono riconosciute due (14 nella "Flora d'Italia") sottospecie presenti nella flora spontanea italiana.[2][14]


Specie simili


Nella "Flora d'Italia" nella stessa sezione di questa voce (Pilosella sect. Lactucellina) sono indicate le seguenti altre specie, più o meno simili a quelle di questa voce:[14]

Si distingue da P. lactucella per: diametro degli stoloni: 1 - 2 mm; le foglie degli stoloni sono progressivamente ridotte verso l'apice, ed hanno delle forme strettamente lanceolate; le sinflorescenze sono di tipo forcato e in tutto hanno al massimo 2 - 3 capolini; il colore delle ligule è giallo.

Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 28 luglio 2022.
  3. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 10-gennaio-2014.
  4. Motta 1960, Vol. 2 - pag. 453.
  5. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16-gennaio-2014.
  6. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 16-gennaio-2014.
  7. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 290.
  8. Gunter Gottschlich & Domenico Pujatti, Il genere Hieracium in provincia di Trento (PDF), in Ann. Mus. civ. Rovereto; Vol. 16 (2000); pag. 273 - 351.
  9. Strasburger 2007, pag. 860.
  10. Judd 2007, pag.517.
  11. Kadereit & Jeffrey 2007, pag.195.
  12. Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  13. Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  14. Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1130.
  15. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  16. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  17. Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  18. Judd 2007, pag. 523.
  19. Conti et al. 2005, pag. 108.
  20. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 686.
  21. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 28 luglio 2022.
  22. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 47.1.2 ALL. NARDION STRICTAE BR.-BL. IN BR.-BL. & JENNY 1926. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  23. Judd 2007, pag. 520.
  24. Strasburger 2007, pag. 858.
  25. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 maggio 2021.
  26. Fehrer et al. 2021.
  27. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 luglio 2022.

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