La pastinaca (Pastinaca sativa L.) è una pianta biennale, coltivata come annuale, appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere) e caratterizzata da un fusto erbaceo, cavo e angoloso, da radici carnose a fittone e da foglie pennate, profondamente incise e dentate.[1]
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
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Stato di conservazione | |
![]() Specie non valutata | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Apiales |
Famiglia | Apiaceae |
Genere | Pastinaca |
Specie | P. sativa |
Nomenclatura binomiale | |
Pastinaca sativa L. | |
Sinonimi | |
Anethum pastinaca | |
Sottospecie | |
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La lunga radice, bianca e carnosa, dal sapore acidulo, viene consumata come ortaggio dopo la cottura.
Si narra che l'imperatore Tiberio (42 a.C. 37 d.C.) abbia fatto importare la pastinaca a Roma dalla Valle del fiume Reno (l'attuale Germania). La pastinaca era molto diffusa in Italia nel Medioevo, era usata quanto oggi impieghiamo la patata: infatti, la pastinaca è andata man mano a scomparire quando in Italia iniziò a diffondersi la patata. La pastinaca è poi sparita quasi completamente dalle tavole della penisola nel XIX secolo.
In cucina, la pastinaca può essere preparata al forno o fritta, proprio come le patate. Può essere impiegata per preparare zuppe e vellutate, da sola o accompagnata da altri ortaggi come le stesse carote o la zucca.
La pastinaca è una pianta molto semplice da coltivare[2], si adatta praticamente a tutta Italia. Il metodo colturale è analogo a quello delle carote, pianta che è stretta parente della pastinaca e ne condivide molte caratteristiche botaniche, tra cui gli insetti parassiti e le malattie.
Per coltivare questa pianta occorre curare il terreno, che deve esser ben sciolto e drenante. I semi di pastinaca hanno una scorza dura e non sempre germinano, può essere utile metterli a mollo qualche ora prima della semina.
Il nome "pastinaca" e le sue varianti vengono utilizzati spesso nelle lingue locali d’Italia per indicare non già la pastinaca, ma la carota. Esempi sono la "pestanaca di Sant'Ippazio", coltivata in Salento, la "prestinaca" calabra, le "basteneuche" bitontine o la "pistinega" in provincia di Bologna. In tutti i casi il riferimento però è a specifici cultivar della carota e non alla pastinaca vera e propria.
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