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Nervilieae Dressler, 1990 è una piccola tribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orchidacee.[1]

Come leggere il tassobox
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Nervilieae
Epipogium aphyllum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Epidendroideae
Tribù Nervilieae
Dressler, 1990
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Epidendroideae
Tribù Nervilieae
Generi

Etimologia


Il nome di questa tribù deriva dal genere Nervilia Comm. Ex Gaudich. (1826) . L'etimologia del nome deriva dal latino (= nervo) e si riferisce alla morfologia delle foglie di alcune specie di questa tribù. La denominazione di questa tribù è stata proposta dal botanico Robert Louis Dressler (1927 - ) nella pubblicazione “Lindleyana - Scientific Journal of the American Orchid Society” del 1990[2].


Descrizione


I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.

Sono delle pianta erbacea non molto alte. La forma biologica prevalente è geofita rizomatosa (G rhiz), ossia sono piante perenni dotate di rizoma, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Alcune specie sono afille. Sono inoltre orchidee terrestre[3] in quanto contrariamente ad altre specie, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.


Radici


Le radici sono secondarie da rizoma (tipo tubero) oppure assenti; spesso le radici sono di tipo simpodiale.


Fusto



Foglie


Fondamentalmente la tribù si divide in due tipi di piante: quelle senza foglie (subtribù Epipogiinae) oppure con foglie (subtribù Nerviliinae)[3]. Nel primo caso le foglie sono ridotte a delle squame brunastre a consistenza membranosa. Queste piante non avendo foglie verdi (sono quindi incapaci di produrre sostanze organiche dalla fotosintesi clorofilliana) sono fondamentalmente saprofite. Nel secondo caso le foglie sono quasi sempre basali molto ovate (quasi peltate) o cuoriforme; quelle cauline sono molto ridotte e fortemente amplessicauli. La lamina fogliare si presenta con delle nervature molto evidenti e chiare; pelosa sulla parte superiore e violacea in quella inferiore.


Infiorescenza


L'infiorescenza è una spiga di tipo racemoso con pochi o tanti fiori. I fiori sono posti alle ascelle di brattee di tipo squamiforme o ovato-lanceolate. I fiori sono resupinati oppure no secondo il genere di appartenenza. Il peduncolo è sottile e allungato, ma dilatato all'altezza dell'ovario. Nel genere Nervilla il peduncolo è caduco, ma anche i fiori sono effimeri (durano 1 – 4 giorni).


Fiori


I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[4].

Diagramma fiorale[5]
Diagramma fiorale[5]
X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[6]

Frutti


Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. La maturazione di questi frutti in queste specie avviene abbastanza velocemente. I semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio[9].


Biologia


La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:


Distribuzione e habitat


Le specie afille di questa tribù, in quanto saprofite, preferiscono vivere nel fitto dei boschi su substrati ricchi di humus. Comunque anche le altre specie prediligono zone non troppo in luce, all'ombra delle foreste.

La distribuzione è tropicale e subtropicale soprattutto relativa all'Eurasia (fino all'arcipelago delle Filippine e Taiwan); alcune specie sono presenti in Africa (Madagascar) e anche in Australia.


Sistematica


Le Orchidaceae sono una delle famiglie più vaste della divisione tassonomica delle Angiosperme; comprende 788 generi e più di 18500 specie[10]. Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella iniziale).


Filogenesi


La tribù delle Nervilieae appartiene alla sottofamiglia chiamata Epidendroideae (una delle cinque sottofamiglie in cui è suddivisa la famiglia delle Orchidacee – si tratta del gruppo più numeroso con circa 4/5 delle specie dell'intera famiglia) che da un punto di vista filogenetico (insieme alla sottofamiglia delle Orchidoideae) rappresentano l'ultima fase dello sviluppo delle Orchidee. Insieme alla sottofamiglia più primitiva delle Vanilloideae (priva di pollinii) fanno parte del ben distinto clado delle “Monandrae” (vecchia definizione di sottofamiglia delle Orchidee) caratterizzato dalla presenza di un solo stame fertile. Mentre la presenza dell'antera inclinata sopra l'apice del ginostemio e provvista di becco è un carattere tipico delle Epidendroideae e quindi delle Nervilieae[11].

Il botanico Robert L. Dressler inizialmente aveva limitato la tribù al solo genere Nervilia[12], in seguito, in base a recenti ricerche sul DNA[13], sono stati aggiunti alcuni generi raggruppati nella sottotribù delle Epipogiinae. Inserimento che gli stessi autori della ricerca considerano provvisorio e da verificare più a fondo.

Cladogramma relativo alle tribù vicine a Nervilieae
Cladogramma relativo alle tribù vicine a Nervilieae

Al livello superiore questa tribù, in base ad alcune ricerche filogenetiche tramite il DNA plastidiale[14] è molto vicina al clade delle “Epidendroideae superiori”, nonché alle tribù delle Triphoreae, Xerorchideae, Sobralieae e Tropidieae.

La struttura tassonomica presentata in questa sede è quella per il momento maggiormente accreditata sulla base delle evidenze filogenetiche[15].


Generi


La tribù attualmente comprende 3 generi suddivisi in due sottotribù per un totale di 84 specie[16][17][18]:

  • Nervilia Comm. ex Gaudich. (1829) – 78 specie
  • Epipogium Borkh. (1792) – 5 specie (specie presenti sul territorio italiano: 1 )
  • Stereosandra Blume (1856) – 1 specie

Nota: il genere Silvorchis J.J.Sm. (1907) (1 specie) è stato trasferito nella sottotribù Orchidinae.[18]


Alcune specie



Note


  1. Chase et al..
  2. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 luglio 2010.
  3. Genera Orchidacearum, Vol. 4 - Epidendroideae (Part 1)- p. 516.
  4. Pignatti, vol. 3, p. 700.
  5. Judd et al., p. 287.
  6. Tavole di botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
  7. Musmarra, p. 628.
  8. Pignatti, vol. 3, p. 702.
  9. Strasburger, vol. 2, p. 808.
  10. Strasburger, vol. 2, p. 807.
  11. Judd et al., p. 289.
  12. Dressler.
  13. Mark W. Chase, Kenneth M.Cameron, Russell L. Barrett, John V. Freudenstein, DNA data and Orchidaceae systematics : a new phylogenetic classification, su researchgate.net. URL consultato il 3 luglio 2010.
  14. John V. Freudenstein, Ca'ssio van den Berg, Douglas H. Goldman, Paul J. Kores, Mia Molvray, Mark W. Chase, An expanded plastid DNA phylogeny of Orchidaceae and analysis of jackknife branch support strategy (PDF) [collegamento interrotto], in American Journal of Botany 2004; 91(1): 149–157.
  15. Chase M.W., Freudenstein J.F. & Cameron K.M., DNA Data and Orchidaceae systematics: a new phylogenetic classification, in K. W. Dixon, S. P. Kell, R. L. Barrett, & P. J. Cribb (eds.), Orchid Conservation, Kota Kinabalu, Sabah, Natural History Publications, 2003, pp. 69-89.
  16. Genera Orchidacearum.
  17. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su apps.kew.org. URL consultato il 3 luglio 2010.
  18. Chase et al..

Bibliografia



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