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La Marshalljohnstonia gypsophila Henrickson, 1976 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Marshalljohnstonia gypsophila è anche l'unica specie appartenente al genere Marshalljohnstonia Henrickson, 1976.[1][2]

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Marshalljohnstonia gypsophila
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Marshalljohnstonia
Henrickson, 1976
Specie M. gypsophila
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Marshalljohnstonia
Specie M. gypsophila
Nomenclatura binomiale
Marshalljohnstonia gypsophila
Henrickson, 1976

Etimologia


Il nome del genere ( Marshalljohnstonia) è stato dato in onore del professore di botanica (University of Texas, Austin) Marshall Conring Johnston (1930 -)[3] L'epiteto specifico (gypsophila) significa "pianta amante di substrati gessosi" (Gypsophila è anche un genere di piante il cui nome appare in una pubblicazione del 1753 ad opera di Linneo).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico James Solberg Henrickson (1940 - ) nella pubblicazione " Systematic Botany; Quarterly Journal of the American Society of Plant Taxonomists" ( Syst. Bot. 1(2): 171 (-172), figs) del 1976.[5] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.


Descrizione


Habitus. Le piante di questa voce, con cicli biologici perenni, hanno un portamento arbustivo con foglie carnose. Tutte le specie del gruppo, di appartenenza di questa pianta, sono provviste di latice.[6][7][8][9][10][3]

Fusto. I fusti, in genere da eretti a espansi, legnosi e grossolanamente ramificati (la superficie è grigia, glabra e fessurata). Le radici in genere sono di tipo fittonante. Altezza media delle piante: 50 - 70 cm.

Foglie. Le foglie sono raccolte in rosette terminali (e laterali). La forma è semplice (da rombica ad ellittica stretta), i margini sono dentati, la disposizione è alterna, la consistenza è carnosa.

Infiorescenza. L'infiorescenza è composta da capolini solitari e terminali su peduncoli sottesi da alcune foglie ridotte. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma più o meno cilindrica ed è formato da alcune serie di brattee embricate, disuguali con forme ovato-ellittiche e apici acuti. Il ricettacolo, alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette) e fortemente alveolato.

Fiori. I fiori (da 10 a 18 per capolino), tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma cilindrica (leggermente fusiforme e arcuata) con apice troncato e privi di becco (non sono compressi); in alcuni casi gli acheni sono provvisti di 5 coste longitudinali. Il pappo si compone di numerose setole leggermente piatte e altre fimbriate.


Biologia



Distribuzione e habitat


La distribuzione è relativa al Messico del nord-est (si tratta di un endemismo del deserto del Chichuachuan).


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]


Filogenesi


Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Microseridinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Microseridinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade insieme alla sottotribù Cichoriinae forma un "gruppo fratello".[10]

I seguenti caratteri sono distintivi per la sottotribù:[9]

  • il polline è colorato di arancio;
  • la distribuzione è relativa al Nuovo Mondo.

Il genere di questa voce, nell'ambito filogenetico della sottotribù, occupa una posizione vicina ai generi Krigia e Pinaropappus (insieme formano un clade filogenetico).[10] Alcuni Autori, considerando l'estensione della sottotribù, l'hanno suddivisa in 8 entità (o alleanze) informali. Il genere di questa voce è stato associato al gruppo Alleanza Pinaropappus, formata dai generi Marshalljohnstonia e Pinaropappus (Krigia è il "gruppo fratello" dell'alleanza). Questo genere, in alcune checklist, è incluso il genere Glyptopleura.[3][18] In precedenti classificazioni Marshalljohnstonia era descritto all'interno della sottotribù (non più valida) Stephanomeriinae.[9]

I caratteri distintivi per questa specie sono:[9][3]

  • il portamento è arbustivo con foglie succulente;
  • il ricettacolo è nudo;
  • i capolini hanno pochi fiori;
  • la morfologia del polline è peculiare di questa specie (fusione della porzione basale delle spine e sviluppo di una serie di sei distinte lacune).

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 18 (specie diploide).[9]


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 20 agosto 2022.
  3. Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 20 agosto 2022.
  4. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 20 agosto 2022.
  5. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 20 agosto 2022.
  6. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. Strasburger 2007, pag. 860.
  8. Judd 2007, pag.517.
  9. Kadereit & Jeffrey 2007, pag.192.
  10. Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  11. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  13. Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  14. Judd 2007, pag. 523.
  15. Judd 2007, pag. 520.
  16. Strasburger 2007, pag. 858.
  17. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  18. Lee & Baldwin 2004.

Bibliografia



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