La campanella tricolore (Ipomoea tricolor Cav.), è una specie di pianta della famiglia delle Convolvulaceae, originaria della zona tropicale americana, altrove ampiamente coltivata come pianta ornamentale, oppure naturalizzata. È una liana erbacea perenne che cresce fino a 4-5 m di altezza, avvolgendosi su fusti di piante vicine, su fili, canne o su altri sostegni[1].
È una pianta rampicante, con fusto volubile. Le foglie sono cuoriformi e disposte a spirale lungo il fusto, lunghe 3–7 cm con picciolo lungo 1,5–6 cm. I fiori sono a forma di tromba, di 4–9 cm di diametro, di solito di colore violetto oppure azzurro intenso, che sfumano verso il centro prima nel bianco e infine nel giallo chiaro dorato. Da ciò probabilmente deriva il nome della specie[2].
Il nome del genere deriva dai termini greci ῐψ, (ips), che indica un verme roditore della vite che scava gallerie a spirale e ὅμοιος (hómoios), che significa simile; il riferimento è al movimento a spirale dell'apice della pianta, necessario per avvolgersi ai fusti delle piante vicine o ai sostegni forniti dall'uomo[2].
Il nome della specie, tricolor, deriva dal Latino tris/tres, che significa tre e da cólor, colore, per i tre colori che hanno le corolle dei fiori[2].
Nella coltivazione, la specie è coltivata per il fogliame decorativo, per la velocità nel ricoprire bersò e grigliati, nel breve tempo di una stagione, ma soprattutto per la bellezza del colore dei fiori. La fioritura molto abbondante e nonostante ogni fiore rimanga aperto solo un giorno, dalla mattina presto sino a metà giornata, il giorno seguente la pianta è di nuovo piena di fiori. È dunque una specie dalla fioritura tipicamente mattutina.
Questa specie non tollera temperature inferiori a 5 °C, quindi, pur essendo una pianta perenne nelle zone d'origine, nelle regioni temperate viene solitamente coltivata come annuale. Preferisce una posizione calda, riparata e soleggiata come un muro esposto a sud o ad ovest. Numerose cultivar di campanella tricolore con diversi colori di fiori sono state selezionate per l'uso come piante ornamentali; ampiamente coltivata è la cultivar "Heavenly Blue", di colore azzurro intenso, che ha ottenuto il Grand merit della Royal Horticultural Society di Londra. Nella cultivar Heavenly Blue, il colore del fiore cambia durante la fioritura a causa del graduale aumento del pH vacuolare. Questo passaggio, dal viola al blu, è indotto da modificazioni chimiche che interessano le molecole di antocianine presenti nei petali[3].
L'ingestione di qualsiasi parte della pianta può causare disturbi[4].
I semi commerciali sono talvolta trattati con metilmercurio, sostanza tossica di cui è vietato l'uso in molti paesi, che funge da conservante. Si tratta di un veleno neurotossico cumulativo. Anche per questo motivo, se non per altri, è assolutamente sconsigliato l'uso dei semi come allucinogeno. Nelle zone d'origine, infatti, è sfruttata per scopi sciamanici la presenza nei semi di ergina, alcaloide prodotto da alcuni funghi della famiglia delle clavicipitacee che si trovano naturalmente in associazione con le convolvulacee.
La sostanza chimica tossica con cui sono impregnati i semi non può essere rimossa con il lavaggio ed è progettata per causare sintomi fisici spiacevoli come nausea e dolore addominale[5].
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