Himantoglossum Spreng., 1826 è un genere di piante angiosperme monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orchidacee[1], dall'aspetto di erbacee perenni dalla tipica infiorescenza racemosa.
Il nome del genere deriva dal greco e fa riferimento alla lunga lingua del labello, simile ad un nastro (”glossa” = lingua).
Descrizione
Il portamento (H. adriaticum)
I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
Sono piante relativamente alte (arrivano fino al metro di altezza). La forma biologica prevalente di questo genere è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. Sono orchidee terrestri in quanto contrariamente ad altre specie, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.
Radici
Le radici sono secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi ovoidali; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice ed eretta.
Foglie
Le foglie (H. hircinum)
Le foglie (una decina) hanno una forma da lanceolata a oblunga, con apice acuto. Alla base formano un involucro guainante il fusto. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie).
Infiorescenza
L'infiorescenza è una spiga semplice ma allungata e densamente formata da numerosi fiori (fino ad un centinaio in alcune specie). I fiori sono posti alle ascelle di brattee lanceolate. I fiori sono inoltre resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto in basso.
Fiori
I fiori (H. adriaticum)
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Il colore dei fiori varia dal bianco al porporino su base verdognola.
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali sia quelli esterni che quelli interni (ad esclusione del labello, molto diverso) sono simili tra di loro ed hanno una forma ovata. Sono più o meno conniventi e insieme formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttori (il ginostemio). I tepali in genere sono verdastri con strie porporine.
Labello: il labello (pendente) è semplice, ossia non è formato da due parti distinte, ma è trilobato. È senz'altro la parte più vistosa di questo fiore. Il lobo centrale è nastriforme e può essere allungato (diverse volte la dimensione del fiore) oppure di dimensioni più normali, a portamento spiralato. I due lobi laterali sono meno lunghi ma più stretti. Nella parte basale, sul retro, è presente un breve sperone conico-saccato.
Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[4]. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamate retinacolo). I pollinii sono inseriti sul retinacolo tramite delle caudicole e sono racchiusi in una borsicola rostellare ampia e unica. L'ovario, brevemente peduncolato, in posizione infera, è formato da tre carpelli fusi insieme[5]. Inoltre è contorto.
Frutti
Il frutto è una capsula peduncolata. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]
Biologia
La riproduzione di queste piante può avvenire in due modi:
per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra).
per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva).
Distribuzione e habitat
La distribuzione di questo genere (relativamente alle specie europee) è prevalentemente sub-mediterranea. L'habitat tipico sono i margini dei boschi e i prati aridi a volte anche sassosi su substrato piuttosto calcareo.
Entrambe le due specie spontanee della flora italiana vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla diffusione di questi fiori relativamente allo specifico areale alpino[7].
Specie
Comunità vegetali
Piani vegetazionali
Substrato
pH
Livello trofico
H2O
Ambiente
Zona alpina
H. adriaticum
11
collinare montano
Ca
basico
basso
secco
F2 F7 G4
BS TN BZ
H. hircinum
11
collinare
Ca
basico
basso
secco
F2 F7 G4
CN
Legenda e note
Per il “substrato” con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali:
11 = comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Ambienti:
F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino
F7 = margini erbacei dei boschi
G4 = arbusteti e margini dei boschi
Tassonomia
Il genere comprende le seguenti specie (i nomi comuni in italiano sono evidenziati in grassetto accanto al nome scientifico):[1]
Himantoglossum robertianum (Loisel.) P.Delforge - orchidea di Robert
Sul territorio italiano fino a poco tempo fa era segnalata una sola specie, Himantoglossum hircinum, segnalata in Italia meridionale e in Sicilia, Liguria e Piemonte meridionale, ormai rarissima e in alcune aree quasi scomparsa[8]. Pignati nella edizione aggiornata della sua Flora d'Italia[9] cita anche Himantoglossum adriaticum, diffusa dalle regioni alpine all'Italia meridionale, e Himantoglossum robertianum (sin.:Barlia robertiana), presente in gran parte della penisola e nelle isole maggiori.
H. adriaticum
H. caprinum
H. hircinum
H. robertianum
Ibridi
Le specie di questo genere possono facilmente ibridarsi tra di loro. L'elenco seguente indica alcuni di questi ibridi interspecifici:
Himantoglossum × agiasense (Karatzas) ined. - Ibrido tra H. comperianum e H. montis-tauri
Himantoglossum × samariense C.Alibertis & A.Alibertis (1989) - Ibrido tra H. affine e H. caprinum
Sinonimi
Barlia Parl., 1858
Comperia K.Koch, 1849
Loroglossum Rich., 1817
Note
(EN) Himantoglossum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato l'11 aprile 2021.
(EN) M.W. Chase, K.M. Cameron, J.V. Freudenstein, A.M. Pridgeon, G. Salazar, C. van den Berg e A. Schuiteman, An updated classification of Orchidaceae (PDF), in Botanical Journal of the Linnean Society, vol.177, n.2, 2015, pp.151-174.
Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN978-88-8039-891-2.
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
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