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Dactylorhiza saccifera (Brongn.) Soó, 1962 è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]

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Orchide sacciforme
Dactylorhiza saccifera
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Genere Dactylorhiza
Specie D. saccifera
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Genere Dactylorhiza
Specie D. saccifera
Nomenclatura binomiale
Dactylorhiza saccifera
(Brongn.) Soó, 1962
Sinonimi

Orchis saccifera (bas.)
Dactylorhiza maculata subsp. saccifera
Orchis gervasiana
Orchis macrostachys
Orchis maculata var. saccifera


Etimologia


L'epiteto specifico (saccifera = a forma di sacco) si riferisce alla forma dello sperone.

Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Orchis saccifera, proposto dal botanico Adolphe Théodore Brongniart (1801 – 1876) nel 1832, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Dactylorhiza maculata subsp. saccifera), proposto dal botanico ungherese Károly Rezső Soó (1903 – 1980) nel 1962[2].


Descrizione


Questa pianta è alta da 25 a 90 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne erbacea che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.


Radici


Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi.


Fusto



Foglie


Le foglie sono oblunghe o ovalo-lanceolate, carenate e ripiegate verso l'alto e comunque a disposizione eretta (quasi patente); la superficie presenta delle "macchie" scure (da cui il nome della specie) a forma ellissoide-allungata; sono presenti inoltre delle nervature parallele (non troppo evidenti) disposte longitudinalmente. Le foglie possono essere sia radicali (o basali) che caulinari; entrambe sono amplessicauli e abbraccianti il fusto (quelle inferiori abbracciano il fusto fino a metà della loro lunghezza).


Infiorescenza


L'infiorescenza è composta da fiori raccolti in dense spighe. Nella prima fioritura la forma dell'infiorescenza è conica, poi a fine fioritura si stabilizza in una forma più cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee membranose a forma lanceolato-lineare e lunghe più dei fiori (possono presentarsi rosseggianti all'apice). I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario[3]; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza delle brattee inferiori: 3 – 4 cm.


Fiore


I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[4]. I colori variano dal rosa chiaro fino al porpora ed anche al bianco con screziature più scure presenti soprattutto sul labello (a volte anche ai margini dei tepali).

X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[5]

Frutti


Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[7]


Biologia


La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:


Distribuzione e habitat


Questa specie ha un areale steno-mediterraneo centro-orientale. La specie è presente in Sicilia e Italia del sud (forse in Sardegna e comunque in Corsica)). Fuori dall'Italia è diffusa dal centro del bacino del Mediterraneo fino alla Mesopotamia

L'habitat tipico di questa pianta sono i boschi di latifoglie e i boschi cedui umidi, oppure i prati bagnati. Il substrato preferito è calcareo con pH basico su terreno bagnato. Sui rilievi queste piante si possono trovare da 200 fino a 1850 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte subalpino.


Sistematica


All'interno del genere Dactylorhiza D. saccifera fa parte della sezione Maculatae caratterizzata dall'avere dei tuberi profondamente divisi in diversi tubercoli e lo sperone del labello più breve dell'ovario (nell'altra sezione Sambucinae i tuberi sono divisi solamente all'apice e lo sperone è più lungo dell'ovario)[8].

Il numero cromosomico di D. saccifera è: 2n = 40[9][10]


Variabilità


Dactylorhiza saccifera fa parte del gruppo Group of Dactylorhiza maculata (L.) Soó La struttura interna di questo gruppo è ancora in via di definizione e non trova concordi i vari specialisti del settore. La causa principale di queste difficoltà sono dovute alla facilità di ibridazione tra le varie entità ma anche a fenomeni di introgressione: si fissano così in una data area delle popolazioni con caratteri intermedi per cui i vari areali sono di difficile delimitazione. Un altro motivo deriva dalla capacità di queste piante di adattarsi velocemente e facilmente ad ambienti diversi e substrati diversi[11].


Ibridi


Nell'elenco che segue sono indicati alcuni ibridi interspecifici[2]:

Altri ibridi non presenti in Italia;


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:


Specie simili


Una specie molto simile è Dactylorhiza majalis; si distingue per i seguenti caratteri: le macchie delle foglie sono meno allungate, le brattee dell'infiorescenza sono più lunghe e quelle inferiori travalicano l'infiorescenza stessa, quest'ultima tende ad essere meno cilindrica (un po' più globosa), il fusto è cavo (e non pieno), le foglie sono leggermente più grandi.

Può inoltre essere confusa con Dactylorhiza incarnata o con Dactylorhiza traunsteineri, ma queste due orchidee sono più rare e inoltre la prima ha non ha le foglie maculate, mentre la seconda ha un portamento decisamente più gracile ed esile.


Usi


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia



Giardinaggio


L'uso che attualmente viene fatto di queste piante è nel giardinaggio rustico e alpino.


Conservazione


Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[14]


Note


  1. (EN) Dactylorhiza saccifera, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 24 maggio 2021.
  2. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 febbraio 2010.
  3. Nicolini, vol. 3, p. 158.
  4. Pignatti, vol. 3, p. 700.
  5. Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 22 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
  6. Musmarra, p. 628.
  7. Strasburger, vol. 2, p. 808.
  8. Pignatti, vol. 3, p. 714.
  9. GIROS, p. 92.
  10. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 26 febbraio 2010.
  11. G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee, su giros.it. URL consultato il 26 febbraio 2010.
  12. Nicolini, vol. 3, p. 159.
  13. Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 30 novembre 2009.
  14. CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019.

Bibliografia



Voci correlate



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