L'epiteto specifico è in onore al botanico e medico tedesco Leonhart Fuchs (1501 – 1566).
Descrizione
Il portamento. Località: Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 13/06/2009
L'altezza di queste piante varia da 18 a 45cm (massimo 70cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive su altri vegetali di maggiori proporzioni seppur senza recagli danni
Radici
Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi palmati (o rizotuberi) ognuno più o meno profondamente diviso in più lobi (3 – 4 tubercoli); il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, robusta, cilindrica e piena (non cava); la superficie è striata. Alla base sono presenti due o tre guaine tubolari (foglie radicali atrofizzate).
Foglie
La foglia Località: Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 13/06/2009
Le foglie (5 – 10 in tutto) sono più o meno lanceolate, carenate, ad apice acuminato e ripiegate verso l'alto e comunque a disposizione eretta (quasi patente); la superficie presenta delle "macchie" scure (da cui il nome della specie) a forma ellissoide-allungata; in alcuni casi le macchie si infittiscono fino a sovrapporsi; sono presenti inoltre delle nervature parallele (non troppo evidenti) disposte longitudinalmente. Le foglie possono essere sia radicali (o basali) che caulinari; entrambe sono amplessicauli e abbraccianti il fusto. La disposizione delle foglie lungo il fusto è alterna.
Foglie basali: quella basali sono da lineari-spatolate a oblanceolate; avvolgono il fusto solamente nella parte basale. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 3cm; lunghezza 5 – 8cm (massimo 12cm).
Foglie cauline: quelle cauline sono lineari-spatolate e progressivamente più lineari-ristrette.
Infiorescenza
Infiorescenza Località: Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 13/06/2009
L'infiorescenza è composta da fiori raccolti in dense spighe (oltre 50 fiori). Nella prima fioritura la forma dell'infiorescenza è conica, poi a fine fioritura si stabilizza in una forma più cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee membranose a forma lanceolato-lineare, lunghe un po' meno dei fiori e con apice appuntito. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario[2]; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza delle brattee: 10 – 16mm. Lunghezza dell'infiorescenza: 3 – 6cm (massimo 10cm).
Fiore
Il fiore
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[3]. I fiori sono pedicellati. I colori variano dal rosa intenso al rosa pallido quasi bianco con screziature più scure presenti soprattutto sul labello (a volte anche ai margini dei tepali). Lunghezza del pedicello: 9 – 10mm.
Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali esterni sono patenti: i due laterali hanno una forma lanceolata con apice ottuso e macchie scure sulle venature (3 venature oblique); mentre quello centrale è più ovato, concavo, con 3 venature longitudinali e insieme ai due tepali interni centrali (che sono conniventi) formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttori. Dei tre tepali interni quello mediano (chiamato labello) è molto diverso dagli altri che sono sub-lanceolati e con 3 venature. Dimensioni del tepalo centrale: larghezza 2mm; lunghezza 6 – 9mm. Dimensione dei tepali laterali esterni: larghezza 2,5mm; lunghezza 7 – 8mm. Dimensione dei due tepali interni: larghezza 2mm; lunghezza 6 – 9mm.
Labello: il labello (semplice – non formato da due parti distinte), brevemente saldato al ginostemio, è trilobo con il lobo centrale ben evidente (l'incisione supera metà lunghezza del labello) e dentiforme, mentre i due laterali sono più larghi di quello centrale, ma meno lunghi. Sul retro, alla base, il labello è prolungato in uno sperone sub-cilindrico, sottile, lungo ma comunque più breve dell'ovario. La superficie del labello è percorsa da macchie colorate più scure alcune con un caratteristico andamento filiforme tipico di queste orchidee; il bordo può essere crenulato. Dimensione dello sperone: larghezza 1 – 2,5mm; lunghezza 6 – 10mm. Dimensione del labello: larghezza 8 – 14mm; lunghezza 7 – 11mm. Dimensione del lobo centrale: larghezza 1,5 – 2,5mm; lunghezza 3 – 4mm.
Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[5]. Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve ma con una ampia area stigmatifera. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sui due retinacoli tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da un'unica borsicola rostellare (a forma di coppa). L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme[3].
Fioritura: fiorisce da maggio a luglio.
Frutti
I frutti
Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]
Biologia
La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:
per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra).
per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva).
Distribuzione e habitat
Questa specie ha un areale Paleotemperato – Eurosiberiano. È presente sui rilievi europei, in Mongolia, sui Monti Altaj e in tutta l'Asia settentrionale. In Italia si trova soprattutto nelle Alpi e, un po' più raramente, negli Appennini settentrionali.
L'habitat tipico di questa specie sono i boschi di conifere, di faggete e castagneti, ma anche i prati moderatamente umidi, torbiere e margini dei ruscelli. Il substrato preferito è calcareo anche se sembra non sia legata particolarmente a questo tipo di substrato.
Sui rilievi queste piante si possono trovare dai 900 fino ai 2300 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:
Formazione: delle comunità delle paludi e delle sorgenti
Classe: Scheuchzerio-Caricetea
Tassonomia
All'interno del genere Dactylorhiza l'orchidea di questa voce fa parte della sezione Maculatae caratterizzata dall'avere dei tuberi profondamente divisi in diversi tubercoli e lo sperone del labello più breve dell'ovario[8].
In passato veniva inquadrata come sottospecie di Dactylorhiza maculata (L.) Soó, 1962, in base a recenti studi filogenetici è stata elevata al rango di specie[9] con la denominazione di:
Dactylorhiza fuchsii (Druce) Soó, 1962
Il numero cromosomico di D. fuchsii è: 2n = 40[10] (forma diploide).
× Rhizanthera martysiensis Balayer, 1986 - ibrido con Platanthera chlorantha
× Cephalorhiza hybrida (Holuby ex Soó) B.Bock, 2012 - ibrido con Cephalanthera damasonium
Sinonimi
La specie di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Dactylorchis fuchsii (Druce) Verm., 1947
Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii (Druce ex Soó) Hyl., 1966
Orchis fuchsii Druce, 1915 (basionimo)
Orchis maculata var. meyeri Rchb.
Specie simili
Le orchidee che più si avvicinano al fiore di questa voce sono Dactylorhiza maculata, che si distingue per un labello meno profondamente trilobo e Dactylorhiza saccifera, che si distingue per avere uno sperone grosso e sacciforme (a forma di sacco) e le brattee dell'infiorescenza lunghe quanto o più dei fiori.
Un'altra specie molto simile è Dactylorhiza majalis; si distingue per i seguenti caratteri: le macchie delle foglie sono meno allungate, le brattee dell'infiorescenza sono più lunghe e quelle inferiori travalicano l'infiorescenza stessa, quest'ultima tende ad essere meno cilindrica (un po' più globosa), il fusto è cavo (e non pieno), le foglie sono leggermente più grandi.
Altre orchidee simili sono la Dactylorhiza incarnata e Dactylorhiza lapponica: si distinguono in quanto l'habitat è abbastanza diverso (acquitrini e torbiere) e comunque il fusto è cavo.
Conservazione
Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[12]
Galleria d'immagini
var. alba
Note
(EN) Dactylorhiza fuchsii, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 24 maggio 2021.
Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN978-88-8039-891-2.
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
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