Il ciclamino delle Alpi (nome scientifico Cyclamen purpurascens Mill., 1768) è una pianta erbacea quasi cespitosa, perenne dai delicati e caratteristici fiori color “ciclamo” appartenente alla famiglia delle Primulaceae.
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
Ordine | Ericales |
Famiglia | Myrsinaceae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Dilleniidae |
Ordine | Primulales |
Famiglia | Primulaceae |
Tribù | Cyclamineae |
Genere | Cyclamen |
Specie | C. purpurascens |
Nomenclatura binomiale | |
Cyclamen purpurascens Mill., 1768 | |
Nomi comuni | |
Ciclamino | |
Il nome del genere (Cyclamen) deriva dalla parola greca kyklos (= cerchio); forse in riferimento alle radici tuberose rotonde; l'epiteto specifico (purpurascens) deriva dal colore di alcune sue parti (come i peduncoli fiorali). In tempi moderni è stato il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 – 1708) a introdurre per primo il termine Cyclamen, introduzione avallata successivamente dal botanico e naturalista svedese Linneo nel 1735. Gli inglesi chiamano comunemente questa pianta con il nome di Cyclamen; i tedeschi la chiamano Europäisches Alpenveilchen; mentre i francesi la chiamano Cyclamen pourpre.
Il Cyclamen purpurascens è una specie molto rustica, alta dai 5 ai 12 cm. La forma biologica è del tipo geofita bulbosa (G bulb): sono piante il cui organo perennante è un bulbo, dal quale ad ogni nuova stagione nascono foglie e fiori tutti basali.
Le radici sono secondarie fuoriuscenti tutt'attorno ad un tubero (bulbo) arrotondato.
Le foglie (poche), tutte basali, picciolate e senza stipole, hanno la forma ovato – cordata (cuoriforme con alla base della foglia un'insenatura profonda 1 cm) o largamente reniforme ad apice ottuso. Il margine è liscio o debolmente dentellato (regolarmente crenulato). La lamina fogliare superiore è verde scuro variegata d'argento (macchie chiare quasi bianche) e pubescente, mentre di sotto presenta dei riflessi porporini-rossastri. La consistenza della foglia è un po' carnosa. Le foglie sono inoltre persistenti alla fioritura e durano a lungo. Il picciolo è pubescente e rossastro. Dimensione del picciolo: 3 – 6 cm; diametro delle foglie: 2 – 5 cm.
L'infiorescenza è solitaria con peduncoli rossastro – marroni lievemente pubescenti. Il peduncolo è lievemente ricurvo e si arrotola a spirale (o elica) alla fine della fioritura, durante la maturazione del frutto; in questo modo i frutti si avvicinano al suolo agevolando l'interramento dei semi. Dimensione del peduncolo 5 – 12 cm.
I fiori sono solitari ed hanno un colore carminio (roseo – porporino quasi violaceo) e sono molto profumati; la fauce della corolla è più scura. I fiori sono zigomorfi, pentameri (calice e corolla con 5 elementi) e tetraciclici (formati da quattro elementi: calice – corolla – androceo - gineceo). Del fiore la parte persistente è il calice a sostegno del frutto. Dimensione dei fiori: 2 cm.
Il frutto è una capsula sferica uniloculare deiscente. I semi contenuti nel frutto sono più o meno tondi; raggiungono la maturità dopo un anno dalla fioritura.
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:
Il genere Cyclamen non è molto numeroso (forse 20 specie); in Italia solo tre sono presenti allo stato spontaneo; C. purpurascens è l'unica che si trova sulle Alpi italiane. Nella classificazione classica (Sistema Cronquist) il genere della pianta di questa scheda viene attribuito alla famiglia delle Primulaceae; la recente classificazione filogenetica[1] lo ha spostato a quella delle Myrsinaceae.
La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze. |
Sembra che nell'antichità le sostanze contenute nel tubero servissero come medicina abortiva. Nei trattati di medicina popolare del XVIII secolo si trova scritto che la radice del “Ciclamino d'Europa” (così veniva chiamato il Cyclamen purpurascens) era considerata un purgante molto violento consigliata per i malanni più gravi. In un manuale sulle piante medicinali, un certo Pomini[2], c'informa che i tuberi di queste piante hanno proprietà emmenagoghe (regola il flusso mestruale), vermifughi (elimina i vermi intestinali) e purganti. Ma tutti sono d'accordo nel consigliarne un uso moderato in quanto le radici sono anche tossiche.
In cucina non si deve usare: è una pianta velenosa.
È senz'altro una delle piante alpine più usate nel giardinaggio, soprattutto nei gradini rocciosi che imitano il sottobosco. Vengono anche coltivate in vaso come piante da balcone. La moltiplicazione avviene per divisione e interramento dei bulbi; operazione da farsi alla fine dell'estate. Le zone preferite sono quelle a mezz'ombra con terra di bosco (non troppo concimata) mista a sabbia. Le annaffiature devono essere regolari in modo che il terreno si mantenga costantemente umido e fresco, ma non bagnato.
L'utilizzo di queste piante nei giardini si perde nel tempo; basta ricordare che nell'antichità si piantavano i Ciclamini nei giardini davanti alle case per allontanare i serpenti ma anche per allontanare i malefici (così si credeva e così ci racconta Plinio il Vecchio). Mentre le prime documentazioni certe della coltivazione orticola di questa specie sono del 1596.
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