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Il cardo personata (nome scientifico Carduus personata (L.) Jacq., 1776) è una pianta erbacea perenne dai grandi capolini violetto-purpurei appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Cardo personata
Carduus personata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Carduus
Specie C. personata
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Carduus
Specie C. personata
Nomenclatura binomiale
Carduus personata
(L.) Jacq., 1776
Nomi comuni

Cardo bardana


Etimologia


Il nome del genere (Carduus) deriva dal latino (= “cardo” in italiano) che a sua volta potrebbe derivare da una parola greca il cui significato si avvicina al nostro vocabolo “rapare”; ma altre ricerche farebbero derivare da un'altra radice, sempre greca, “ardis” (= “punta dello strale”), alludendo ovviamente alla spinosità delle piante di questo genere. L'epiteto specifico (personata) deriva dal latino “personatus” ( = mascherato).[3]
Il binomio scientifico attualmente accettato (Carduus personata ) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi e successivamente perfezionato dal medico, chimico e botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin (Leida, 16 febbraio 1727 – Vienna, 26 ottobre 1817) nella pubblicazione ”Florae Austriaceae, sive Plantarum Selectarum in Austriae” (http://www.botanicus.org/title/b12003402).[4]


Descrizione


Descrizione delle parti della pianta
Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Il portamento

(La seguente descrizione è relativa alla specie Carduus personata s.l.; per i dettagli delle varie sottospecie vedere più avanti.)
È una pianta eretta che può raggiungere dai 5 ai 15 dm (massimo 25 dm). La forma biologica di questa specie è emicriptofita scaposa (H scap); ossia sono piante perennanti (in alcuni casi può presentarsi con un ciclo biologico bienne) con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e poco foglioso. In queste piante le spine sono molli e presenti sia sul fusto che sulle foglie.[5][6][7][8][9][10][11]


Radici


Le radici sono grosse e servono anche da ancoraggio oltre che da alimentazione.


Fusto


Il fustoLocalità: Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. – 24/06/2009
Il fusto
Località: Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. – 24/06/2009

La parte aerea del fusto è eretta e ampiamente ramosa verso l'alto. La forma è tubolare, striata e costata con ali fino all'infiorescenza (le ali sono strette e sporgono di 0,5–1 mm con delle deboli spinule di 1–2 mm)


Foglie


Le foglieLocalità: Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. – 24/06/2009
Le foglie
Località: Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. – 24/06/2009

Le foglie, sessili, sono tutte cauline e sono disposte in modo alterno. La lamina è larga, da lanceolata a ovata a contorno lobato (con 4 - 6 segmenti per lato) con bordi denticolato-spinulosi. La pagina delle foglie è cosparsa di peli unicellulari lisci. Quelle superiori hanno la lamina ben sviluppata (intera o lobata). Dimensione delle foglie inferiori: larghezza 1–2 dm; lunghezza 3–4 dm. Dimensione delle foglie mediane: larghezza 6–10 cm; lunghezza 12–15 cm.


Infiorescenza


InfiorescenzaLocalità: Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. – 24/06/2009
Infiorescenza
Località: Cima Sappada, Sappada (BL), 1290 m s.l.m. – 24/06/2009

L'infiorescenza è formata da pochi (2 - 5) capolini sessili o con un sub-peduncolo, riuniti in fascetti. La struttura del capolino è quella tipica delle Asteraceae: un breve peduncolo foglioso sorregge un involucro a forma da emisferica a ovoide, composto da diverse brattee (o squame) intere, senza spine e appena scariose, disposte su più serie in modo embricato che fanno da protezione al ricettacolo setoloso (pagliette diritte) sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le squame mediane sono progressivamente ristrette verso l'apice, ma senza strozzatura ed hanno una caratteristica forma a "S". Lunghezza dei peduncoli: 8 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 1–2 cm; lunghezza 1–1,5 cm. Diametro del capolino: 1,5–3 cm. Dimensione delle squame mediane: larghezza 1–1,5 mm; lunghezza 11–13 mm.


Fiore


I fiori sono tutti del tipo tubuloso[12] (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi).

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]

Frutti


I frutti sono degli acheni a superficie chiara e liscia, glabri, ad inserzione basale e con una coroncina conico-troncata all'apice; la forma è ovoide di 3–4 mm. Gli acheni sono carrucolati; ossia hanno delle protuberanze per agevolare il distacco dei semi.[15] Il pappo è formato da setole semplici e diritte, connate alla base e disposte in un anello deciduo in un unico pezzo; i margini delle setole sono scabri o con fine barbe. Il pappo ricopre la corolla per circa 4/5 della lunghezza della corolla stessa (lunghezza del pappo: 8 – 12 mm).


Biologia



Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta  (Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])

Fitosociologia



Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Mulgedio-Aconitetea
Ordine: Calamagrostietalia villosae
Alleanza: Arunco-Petasition

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]

Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti.
Classe: Galio aparines-Urticetea dioicae Passarge ex Kopecký, 1969
Ordine: Galio aparines-Alliarietalia petiolatae Oberdorfer ex Görs & Müller, 1969
Alleanza: Petasition officinalis Sill., 1933 em. Kopecky, 1969

Descrizione. L'alleanza Petasition officinalis è realtiva alle comunità con prevalenza di specie perenni in orli forestali mesofili o meso-igrofili che si sviluppano in habitat ricchi di nutrienti dei climi temperati ed umido del mediterraneo. La comunità è povera di specie perenni a foglia larga. Distribuzione: l'alleanza è ampiamente distribuita sia in Europa che in Italia.

Specie presenti nell'associazione: Cirsium erisithales, Elymus caninus, Orobanche flava, Petasites hybridus, Petasites kablikianus, Valeriana sambucifolia, Telekia speciosa, Aconitum napellus, Aconitum variegatum, Aruncus dioicus, Athyrium filix-foemina, Cardamine amara, Carduus personata, Chrysosplenium alternifolium, Conocephalum conicum, Crepis paludosa, Knautia maxima, Lamiastrum montanum, Milium effusum, Oxalis acetosella, Pellia epiphylla, Petasites albus, Primula elatior, Ranunculus lanuginosus, Saxifraga rotundifolia, Senecio ovatus, Stellaria nemorum, Veronica urticifolia, Vicia sylvatica, Chaerophyllum hirsutum, Festuca gigantea, Geranium phaeum, Impatiens noli-tangere e Stachys sylvatica


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][22]

Cardueae è una delle 4 tribù della sottofamiglia. La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carduinae è una di queste). Il genere Carduus elenca 92 specie distribuite in Eurasia e parte in Africa del nord, delle quali una ventina sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.[8][9][10][23][24]

Il basionimo per questa specie è: Arctium personata L., 1753.[17]


Filogenesi


Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico della sottotribù Carduinae.[10] In precedenza provvisoriamente era inserito nel gruppo tassonomico informale "Carduus-Cirsium Group".[8] La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è abbastanza vicina al "core" della sottotribù (con il genere Cirsium forma un "gruppo fratello") e dalle analisi molecolari è stato calcolato in 7,2 milioni di anni fa la separazione di questo genere dal resto del gruppo.[23][24]

Il numero cromosomico di Carduus personata è: 2n = 16, 18 e 22.[25].[11]

I caratteri distintivi di questa specie nell'ambito del genere sono:[11]

Questi caratteri sono condivisi con le seguenti specie (tra parentesi sono indicati alcuni caratteri distintivi della specie):[26]


Variabilità


In Italia sono riconosciute due sottospecie:[2][27][28]


Subsp. personata


Subsp. albidus


Ibridi


Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici (non sempre gli ibridi sono riconosciuti da tutte le checklist):[29]

  • Carduus × conrathii Hayek, 1912 - Ibrido con Carduus acanthoides L.
  • Carduus × grenieri Schultz-Bip. ex Nyman, 1879 - Ibrido con Carduus nutans L.
  • Carduus × naegelii Brügger, 1880 - Ibrido con Carduus defloratus L.
  • Carduus × personatiformis Rouy, 1905 - Ibrido con Carduus crispus L.
  • Carduus × sepincola Hausskn., 1894 - Ibrido con Carduus crispus L.

In questo elenco è indicato un Ibrido intragenerico:

  • ×Carduocirsium khekkii P. Fourn., 1940 - Ibrido con Cirsium heterophyllum (L.) Hill

Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[30]

  • Carduus arctioides Vill.
  • Carduus leucanthemos Schur
  • Carduus personata var. personata
  • Carduus personata var. spinosissimus Willk.
  • Carduus personatus
  • Carduus simplicifolius Sanguin.
  • Cirsium lappaceum Lam.
  • Cirsium lappaceum subsp. lappaceum
  • Cirsium lappaceum var. lappaceum

Specie simili


Tutti i cardi sono molto simili tra di loro. Nell'elenco sottostante sono indicate alcune specie principalmente abitatrici dell'arco alpino con le caratteristiche più differenti rispetto alla specie di questa voce:


La pianta di questa voce può essere confusa anche con la specie Cirsium montanum (W. & K.) Sprengel - Cardo montano: in questa specie i fusti sono nudi (cioè privi di spini) nella parte alta e il pappo è formato da peli piumosi.


Altre notizie


Il cardo bardana in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1-20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 5 febbraio 2021.
  3. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 28 dicembre 2011.
  4. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28 dicembre 2011.
  5. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. Strasburger 2007, pag. 860.
  7. Judd 2007, pag.517.
  8. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 132.
  9. Funk & Susanna 2009, pag. 300.
  10. Herrando et al. 2019.
  11. Pignatti 2018, pag. 938.
  12. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 142.
  13. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. Judd 2007, pag. 523.
  15. Musmarra 1996, pag. 292.
  16. Conti et al. 2005, pag. 69.
  17. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 574.
  18. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 30 giugno 2021.
  19. Judd 2007, pag. 520.
  20. Strasburger 2007, pag. 858.
  21. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  22. Funk & Susanna 2009, pag. 293.
  23. Barres et al. 2013.
  24. Ackerfield et al. 2020.
  25. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 28 dicembre 2011.
  26. Pignatti 2018, Vol. 4 pag. 881.
  27. Global Compositae Checklist, su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 28 dicembre 2011.
  28. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 146.
  29. Copia archiviata, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 23 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2013).
  30. Global Compositae Checklist, su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 28 dicembre 2011.

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