Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dai botanici Daniel Oliver (1830-1916) e George Bentham (1800-1884) nella pubblicazione " Hooker's Icones Plantarum; or figures, with brief descriptive characters and remarks of new or rare plants. London" ( Hooker's Icon. Pl. 12: 30, t. 1133) del 1873 .[3]
Descrizione
Le specie di questo genere sono delle erbacee con cicli biologici annuali o perenni (quest'ultime spesso con germogli annuali da un portainnesto legnoso). Spesso sulla superficie di queste piante sono presenti peli semplici, peli asimmetrici a “T” e anche flagelliformi con peduncoli multicellulari.[4][5][6][7][8][2]
Le foglie sono disposte in modo alterno, opposto o a spirale. Sono picciolate con la lamina intera a forma lanceolata; la base è cuneata e l'apice è acuto. Le venature normalmente sono pennate. I margini sono variamente seghettati. La superficie può essere pubescente. Le foglie sono aromatiche.
L'infiorescenza è formata da alcuni capolini peduncolati raccolti spesso in formazioni corimbose terminali o ascellari. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma da emisferica a strettamente obconica-cilindrica composto da 25 - 50 squame (o brattee) disposte su 3 - 5 serie embricate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti e con i margini più pallidi, a volte sono divise in esterne e interne (con quelle interne progressivamente più lunghe). Il ricettacolo, piano e alveolato, normalmente è sprovvisto di pagliette (ricettacolo nudo).
I fiori (da 3 a100) sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la corolla è formata da un tubo cilindrico terminante con 5 stretti lobi. La corolla è ghiandolosa e glabra nei lobi. I colori sono porpora, malva, lilla, blu o bianco.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[10] Le antere alla base sono arrotondate (o subacute); in genere sono prive di ghiandole. Il polline è del tipo tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro)[11]; con polline triporato la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni (può essere anche non "lophato").
Gineceo: lo stilo è filiforme con base priva di nodi oppure con larghi nodi o protuberanze e apice peloso. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[12]
I frutti sono degli acheni brunastri con pappo. Gli acheni, con forme prismatiche o cilindriche, hanno 4 (8) vistose coste arrotondate (tra le coste sono presenti delle ghiandole). Sulla superficie degli acheni sono presenti dei tricomi oppure dei tubercoli; all'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato da corti a elongati; non è presente il tessuto fitomelanina. Il pappo, caduco e di tipo coroniforme, è formato da setole leggermente piumose.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
Le specie di questo gruppo si trovano principalmente in Africa centrale.
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]
Filogenesi
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Erlangeinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[16] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Erlangeinae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale e meridionale (l'altro subclade africano comprende anche specie delle Hawaii) frammisti ai generi di altre sottotribù; si tratta quindi di un clade non ancora ben risolto filogeneticamente.[8]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[7]
le specie della sottotribù sono principalmente di origine Africana;
nella pubescenza sono presenti peli da asimmetrici a simmetrici a forma di "T";
alcune specie hanno delle foglie pennate divise in segmenti;
le infiorescenze in genere non sono sottese alla base da brattee fogliacee;
il polline varia da triporato a tricolporato;
gli acheni possono avere da 4 a 12 coste;
il pappo è cupoliforme.
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[8]
I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[7]
le brattee dell'involucro sono verdastre con margini sclerificati;
le foglie sono disposte in modo alterno, opposto o a spirale;
gli acheni sono provvisti di lunghe e ampie coste;
il polline è tricolporato ("lophato" oppure no).
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 40 (18, 20 e 36).[7][8]
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
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