Le dimensioni variano dai 15 ai 25cm, compresa la coda. Ha una colorazione molto variabile a seconda della sottospecie e delle popolazioni locali: il dorso è verde, verde-oliva o verde-brunastro, variamente macchiettato e/o striato. Il ventre è biancastro o verdastro. Le popolazioni che vivono nelle isole piccole sono molto variabili e presentano grandi diversità nel disegno caratteristico del dorso.
Quasi sempre sono presenti 2 macchie cerulee alla base delle zampe anteriori.
Il bordo delle squame ventrali può essere azzurro. Il corpo è agile e snello e le zampe muscolose, la coda può raggiungere il doppio della lunghezza del corpo[3].
Le dita, 5 per zampa, sono sottili e terminano con un artiglio che permette all'animale di arrampicarsi agilmente su ogni superficie ruvida. I maschi adulti generalmente sono più grossi e possenti e hanno collo e testa più grandi e robusti delle femmine.
Biologia
Lucertola campestre a Firenze
È un sauro spiccatamente diurno e si può osservare, nel suo habitat, quasi sempre in presenza del sole.
Nella parte meridionale dell'areale, si può vedere anche in pieno inverno, durante le giornate tiepide e soleggiate.
Alla vista di un pericolo, scappano velocemente tra la vegetazione fitta o nelle crepe dei muri.
Nelle zone frequentate dagli uomini, diventano fiduciose e si lasciano avvicinare anche a pochi metri. Se catturate possono ricorrere all'autotomia, liberandosi della coda (la quale ricrescerà comunque in seguito).
Si nutrono principalmente di artropodi e occasionalmente anche di frutta matura ed esemplari piccoli della stessa specie. I maschi adulti sono territoriali e si scontrano tra di loro.
Sono anche capaci di nuotare, sebbene evitino di entrare in acqua. La vita media è di circa 10 anni e vengono predate da serpenti, uccelli, piccoli mammiferi e gli esemplari giovani anche da grandi insetti come le mantidi religiose[3].
Riproduzione
La maturità sessuale viene raggiunta dai maschi ad un anno di vita e dalle femmine a due anni.
Gli accoppiamenti iniziano in primavera dopo il letargo invernale. I maschi inseguono le femmine e le bloccano con un morso sul tronco prima delle zampe posteriori.
Poi piegandosi su se stessi uniscono la loro cloaca a quella della femmina.
A volte le femmine mature presentano i segni dei morsi dei maschi sul ventre, riconoscibili per la forma a "V". Le femmine depongono dalle 2 alle 12 uova nella vegetazione fitta, in buche nel terreno o sotto i massi. Tra luglio ed agosto nascono i piccoli[3].
Distribuzione e habitat
Esemplare adulto di Podarcis siculus nelle campagne di Bernalda (MT)
In passato era considerata una specie tipica della Sicilia, da cui l'epiteto specifico. In realtà la specie è comune in tutta Italia ed anche in Francia, Svizzera, Slovenia, Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina e Croazia. È stata introdotta in Spagna, Turchia e negli Stati Uniti d'America[1].
In Italia è presente in tutta la penisola, nelle isole maggiori e in gran parte di quelle minori. Andando da sud verso nord nel suo areale, la specie diviene gradualmente meno diffusa mentre aumenta la diffusione di Podarcis muralis.
Nelle aree in cui le due specie convivono, la P. muralis tende a diventare molto più rupicola e ad occupare nicchie diverse dalla più praticola e competitiva P. siculus.
Molto adattabile, è rinvenibile in una vasta tipologia di habitat. Frequenta muri e pendii rocciosi soleggiati, spesso in vicinanza delle coste, aree urbane e rurali, muretti a secco, giardini, parchi, prati con rocce ed alberi sparsi, zone rocciose, rive di fiumi con vegetazione, piccole isole, grandi scogli, margini del bosco, margini delle strade, siepi, macchia mediterranea, dune sabbiose, vigneti, frutteti, fino a 2.200 m slm[1].
Tassonomia
In passato sono state descritte numerose sottospecie per identificare le popolazioni di piccole isole o addirittura scogli attorno alle coste italiane, la validità di questi nomi tuttavia è stata messa in dubbio da recenti analisi genetiche:[2][4]
Podarcis siculus adriaticus (Werner, 1902) - endemica dell'isola di Pelagosa[5]
Podarcis siculus aemilianiCapolongo, 1985 - endemica degli scogli Maggiore e Minore di Apani[4]
Podarcis siculus alverioi (Mertens, 1955)
Podarcis siculus amparoaeCapolongo, 1979 - endemica dell'isola di Dino[4]
Podarcis siculus tyrrhenicus (Mertens, 1932) - endemica dell'isola del Giglio e Giannutri (Arcipelago Toscano) [4]
Podarcis siculus vesseljuchi (Radovanovic, 1959)
Conservazione
È inserita nel Secondo Allegato della Convenzione di Berna e nella Quarta Appendice della Direttiva Habitat dell'Unione europea.
È protetta anche localmente dagli Stati in cui è presente[1].
Galleria d'immagini
Lucertola campestre a caccia che ha catturato un lepidottero.
Un maschio adulto a Portici
Maschio
Giovane esemplare.
Un esemplare in muta
A Paestum
Due individui, un maschio a destra e una femmina a sinistra, su roccia.
Esemplare con particolare disegno del dorso, a Priverno
Individuo tipico siciliano con disegno del dorso reticolato San Vito Lo Capo
Note
(EN) Jelka Crnobrnja Isailovic et al. 2008, Podarcis siculus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
Podarcis siculus, su The Reptile Database, Zoological Museum Hamburg. URL consultato l'11 novembre 2012.
Bruschi S., Cipolla R.M., Corti C., Nappi A., Notes on the morphology of Podarcis sicula coerulea, the blue lizard of the Faraglioni di Capri (PDF), in Bologna M.A., Capula M., Carpaneto G.M., Luiselli L., Marangoni C., Venchi A. (eds.), Riassunti del 6 ° Congresso nazionale della Societas Herpetologica Italica, Roma, Stilgrafica, 2006, pp.27-28. URL consultato il 25 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2014).
Bibliografia
Lanza B. & Corti C., 1996. Evolution of the knowledge on the Italian herpetofauna during the 20th century. Boll. Mus. Civ. St. nat. Verona, 20: 373-436.
Sindaco R., Doria G., Razzetti E. & Bernini F., 2006. Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia. Societas Herpetologica Italica - Edizioni Polistampa, Firenze
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