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Pachydiscus è un genere estinto di mollusco cefalopode appartenente alle ammoniti, vissuto nel Cretaceo Superiore, dal Campaniano al Maastrichtiano. Si tratta di uno degli ultimi generi di ammonoidi evolutisi prima dell'estinzione totale del gruppo, avvenuta intorno al passaggio tra Cretaceo e Paleocene. È un importante fossile guida per il Cretaceo terminale, e in particolare la prima comparsa della specie P. (Pachydiscus) neubergicus Hauer (1858), indice di biozona, rappresenta il criterio accettato internazionalmente per il riconoscimento del Maastrichtiano inferiore. Il nome generico significa “disco robusto”, dal greco pachys (παχὐς) = robusto; discos (δἰσκος) = disco.

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Pachydiscus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Mollusca
Classe Cephalopoda
Sottoclasse Ammonoidea
Ordine Ammonitida
Sottordine Ammonitina
Superfamiglia Desmoceratacea
Famiglia Pachydiscidae
Genere Pachydiscus
Zittel (1884)

Descrizione


Conchiglia planispirale[1], involuta[2], da debolmente compressa a compressa, di forma discoidale più o meno inflata, con ombelico profondo e parete ombelicale sub-verticale. Altezza del giro tipicamente maggiore del diametro ombelicale. Ventre arrotondato privo di solchi o carene. Apertura semplice, priva di apofisi anche nelle microconche[3]. Ornamentazione generalmente composta da coste primarie, semplici o biforcate sul fianco e coste intercalate, che attraversano il ventre. Presenza in diverse forme di tubercoli o bullae in posizione periombelicale. L'ornamentazione può in alcune forme essere assente o poco sviluppata nell'adulto (soprattutto nelle macroconche). Sutura[4] di tipo ammonitico, estremamente complessa, con lobi e selle molto frastagliati; lobo laterale trifido, relativamente poco sviluppato, e lobi ombelicali numerosi. Dimorfismo sessuale molto spinto con macroconche di grande taglia (fino a oltre 50 cm) e microconche molto piccole (di diametro centimetrico-decimetrico).

Esemplare di Pachydiscus (P.) neubergicus Hauer dal Madagascar. Da sinistra a destra: veduta laterale (ombelicale), veduta adorale e veduta ventrale. Questa specie è caratterizzata da un'ornamentazione a coste primarie che si dipartono a due a due da bullae in posizione periombelicale, e coste intercalate; tutte le coste (una trentina per giro) attraversano il ventre; visibile sul ventre la linea sifonale. L'esemplare è un modello interno fossilizzato in marna grigia e parzialmente limonitizzato (cioè originariamente piritizzato e successivamente alterato per opera degli agenti atmosferici).Questa specie è un importante fossile guida per il Maastrichtiano inferiore.
Esemplare di Pachydiscus (P.) neubergicus Hauer dal Madagascar. Da sinistra a destra: veduta laterale (ombelicale), veduta adorale e veduta ventrale. Questa specie è caratterizzata da un'ornamentazione a coste primarie che si dipartono a due a due da bullae in posizione periombelicale, e coste intercalate; tutte le coste (una trentina per giro) attraversano il ventre; visibile sul ventre la linea sifonale. L'esemplare è un modello interno fossilizzato in marna grigia e parzialmente limonitizzato (cioè originariamente piritizzato e successivamente alterato per opera degli agenti atmosferici).Questa specie è un importante fossile guida per il Maastrichtiano inferiore.

Classificazione


Il genere Pachydiscus è suddiviso in due sottogeneri:


Distribuzione e stile di vita


Questo genere è diffuso a scala globale, dalle americhe al Giappone, e si rinviene soprattutto in facies marnoso-argillose di piattaforma continentale esterna, ove sembra sostituire le forme del genere Puzosia diffuse precedentemente in questo ambiente. Si trattava quindi probabilmente di una forma piuttosto profonda (da una cinquantina fino a circa duecento metri di profondità). Dalle impronte di denti rinvenute su alcuni esemplari provenienti dall'area circum-pacifica, tra i suoi nemici naturali sembrano potersi annoverare i mosasauri, rettili marini tipici del Cretaceo Superiore[5].


Note


  1. Avvolta in una spirale su un unico piano, coincidente con il piano di simmetria bilaterale dell'organismo.
  2. Con ricoprimento notevole dei giri, per cui la porzione di giro precedente ricoperta dall'ultimo giro è prevalente rispetto alla parte libera.
  3. Gli ammonoidi sono caratterizzati spesso da uno spiccato dimorfismo (ovvero dalla presenza di due diversitipi morfologici o morfotipi), interpretato tradizionalmente come di tipo sessuale. Le macroconche (di dimensioni più grandi, con ornamentazione meno sviluppata e con apertura semplice) sono tradizionalmente interpretate come esemplari femminili; le microconche (di dimensioni mediamente più piccole, con ornamentazione più sviluppata e spesso con apertura dotata di apofisi) come esemplari maschili.
  4. Si definisce linea di sutura, o semplicemente sutura, la linea di intersezione tra i setti del fragmocono (parte concamerata della conchiglia) e la parete esterna. Negli ammonoidi, la sutura ha un andamento tendenzialmente complesso, articolato in lobi (covessità orientate verso l'apice della conchiglia) e in selle (convessità orientate verso l'apertura).
  5. Kaufman (2004).

Bibliografia



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