Abitano l'Oceano Indiano e quello Pacifico occidentale. Dal Mar Rosso e l'Africa orientale in particolare presso il Madagascar, Mauritius e le Seychelles sino alle Filippine, alla Cina, all'Australia. Sono stati rinvenuti anche presso Vanikoro e le Isole Salomone. In modo più raro si osservano presso il Golfo di Aden, il Golfo di Oman e lo Sri Lanka.[1]
Habitat
Vivono in acque tra la superficie ed i 140 metri di profondità, spesso presso barriere coralline[2].
Aspetto
Il record di dimensioni per questa specie è di 160cm[3], mentre quello di massa corporea è di 28kg[4]. La massima età mai riscontrata è di 8 anni[4]. Il corpo è snello ed allungato, il muso arrotondato, gli occhi grandi e circolari, i denti serrati e con cuspidi oblique. La seconda pinna dorsale è molto ridotta in dimensioni. La cresta interdorsale è presente[5]. Le punte delle pinne pettorali, dorsale ed il lobo inferiore della caudale sono scure. La prima dorsale ha una punta sottile, ma visibilmente scura, mentre le pinne pelviche e ed il lobo superiore della caudale sono monotinta[6]. Il corpo in senso generale è grigio o marrone sul dorso, bianco sul ventre con una zona dorata tra le fessure branchiali e gli occhi[1]. Una banda scura si estende sui fianchi a partire dalle pinne pelviche verso la coda[1].
Comportamento
Normalmente frequentano acque costiere[7] anche se a volte si trovano anche al largo[2]. Tendono inoltre a spostarsi vicino al fondo durante il giorno ed a risalire in superficie nelle ore notturne[4]. Spesso nel corso della loro vita non si muovono per più di 50km, ma succede che emigrino per un totale di 1000[4]. Anche se prediligono pesci teleosti, si nutrono occasionalmente di cefalopodi e crostacei[8]
Viene catturato con una certa regolarità attraverso tutto il suo areale specialmente ad opera di pescherecci di scala ridotta[7]. La sua carne viene utilizzata per l'alimentazione umana e le pinne alimentano il famoso commercio asiatico. Dall'olio del fegato si estraggono vitamine e le viscere come esca per altri pesci[1].
Note
Compagno, L.J.V. and V.H. Niem 1998 Carcharhinidae. Requiem sharks. p. 1312-1360. In: K.E. Carpenter and V.H. Niem (eds.) FAO Identification Guide for Fishery Purposes. The Living Marine Resources of the Western Central Pacific. FAO, Rome.
Sommer, C., W. Schneider and J.-M. Poutiers 1996 FAO species identification field guide for fishery purposes. The living marine resources of Somalia. FAO, Rome. 376 p.
Randall, J.E., G.R. Allen and R.C. Steene 1990 Fishes of the Great Barrier Reef and Coral Sea. University of Hawaii Press, Honolulu, Hawaii. 506 p.
Kailola, P.J., M.J. Williams, P.C. Stewart, R.E. Reichelt, A. McNee and C. Grieve 1993 Australian fisheries resources. Bureau of Resource Sciences, Canberra, Australia. 422 p.
Compagno, L.J.V., D.A. Ebert and M.J. Smale 1989 Guide to the sharks and rays of southern Africa. New Holland (Publ.) Ltd., London. 158 p.
Bass, A.J., P.C. Heemstra and L.J.V. Compagno 1986 Carcharhinidae. p. 67-87. In M.M. Smith and P.C. Heemstra (eds.) Smiths' sea fishes. Springer-Verlag, Berlin.
Compagno, L.J.V. 1984 FAO species catalogue. Vol. 4. Sharks of the world. An annotated and illustrated catalogue of shark species known to date. Part 2 - Carcharhiniformes. FAO Fish. Synop. 125(4/2):251-655.
Last, P.R. and J.D. Stevens 1994 Sharks and rays of Australia. CSIRO, Australia. 513 p.
Dulvy, N.K. and J.D. Reynolds 1997 Evolutionary transitions among egg-laying, live-bearing and maternal inputs in sharks and rays. Proc. R. Soc. Lond., Ser. B: Biol. Sci. 264:1309-1315.
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