Il citello antilope di Harris (Ammospermophilus harrisii (Audubon e Bachman, 1854)) è uno scoiattolo appartenente al genere dei citelli antilope (Ammospermophilus). È diffuso nell'Arizona meridionale, nelle aree adiacenti del Nuovo Messico e nel nord dello stato messicano di Sonora.
Citello antilope di Harris | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Rodentia |
Sottordine | Sciuromorpha |
Famiglia | Sciuridae |
Sottofamiglia | Xerinae |
Tribù | Marmotini |
Genere | Ammospermophilus |
Specie | A. harrisii |
Nomenclatura binomiale | |
Ammospermophilus harrisii (Audubon e Bachman, 1854) | |
Areale | |
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Il citello antilope di Harris raggiunge una lunghezza testa-tronco di circa 21,6-26,7 centimetri, ai quali si aggiungono 6,7-9,2 centimetri di coda, e un peso di 113-150 grammi.[2] Il dorso è di colore grigio-marrone, intervallato da parti rossastre e bruno-giallastre nella zona della testa e delle zampe posteriori. Sui lati del corpo c'è un'unica e distinta linea bianca sottile parallela alla colonna vertebrale. Il lato ventrale è bianco, colore che si estende lateralmente ai fianchi. La coda è da nero carbone a grigia nella parte superiore e grigia su quella inferiore; i singoli peli della coda sono bianchi e neri.[2]
Il citello antilope di Harris è presente nell'Arizona meridionale a est del fiume Colorado, nelle aree adiacenti dell'estremo sud-ovest del Nuovo Messico - sui monti Peloncillo e vicino a Redrock - e nel nord dello stato messicano di Sonora.[2][1] Non si spinge mai sopra i 1 350 metri.[1]
Il citello antilope di Harris vive in vari habitat desertici e abita principalmente le aree con cactus e vegetazione arbustiva.[2]
Sono animali diurni; sono attivi tutto l'anno e non accumulano riserve di grasso. Vivono sul terreno, ma possono arrampicarsi molto bene su cactus o cumuli di macerie. Hanno una dieta onnivora: si nutrono di frutti di cactus e parti verdi delle piante, nonché di semi di piante che raccolgono nelle tasche guanciali; all'occorrenza, mangiano anche insetti.[2] Vivono in tane poco profonde e poco appariscenti, spesso create in zone ricoperte da pietre, cactus e cespugli. I semi più grandi vengono spesso conservati nella tana. All'interno della tana, una camera viene generalmente adibita a camera nido e rivestita con materiali morbidi. Le densità di popolazione sono basse e all'interno del loro areale i citelli sono molto sparsi. Il raggio di attività di ogni esemplare è in media di circa 275 metri di distanza dalla tana, il che significa che le aree sfruttate sono piuttosto piccole. Questi animali si muovono velocemente e difficilmente rimangono fermi; mentre corrono qua e là in cerca di semi sul suolo del deserto, tengono la coda ben sollevata. Possono fermarsi solo un po' in posizioni elevate come un cactus o una collinetta. Quando si sentono minacciati, emettono un trillo lungo e monotono.[2]
La stagione degli amori, che ha luogo una sola volta all'anno, inizia a fine dicembre e può continuare fino alla primavera. I piccoli - mediamente 6,5 per cucciolata - nascono nella tana dopo un periodo di gestazione di 30 giorni. Se le temperature sono miti, possono esservi anche due cucciolate all'anno. I giovani lasciano la tana materna per la prima volta dopo quattro o cinque settimane, dopo sette settimane sono svezzati e dopo circa 220 giorni sono completamente sviluppati.[2]
Come altri citelli, il citello antilope di Harris è una potenziale preda per volpi, coyote, procioni, piccoli felini, uccelli rapaci e serpenti.[2]
Il citello antilope di Harris viene classificato come specie indipendente all'interno del genere Ammospermophilus, che comprende quattro specie.[3][2] La prima descrizione scientifica venne effettuata nel 1854 da John James Audubon e John Bachman, che descrissero la specie sulla base di un individuo proveniente dalla Santa Cruz Valley, nella contea di Santa Cruz, nell'area di confine con il Messico.[3][4] Battezzarono così la specie in onore di Edward Harris, da cui avevano ricevuto l'esemplare.[5] Nel 1889, Clinton Hart Merriam descrisse il citello antilope dalla coda bianca (Ammospermophilus leucurus, all'epoca noto come Tamias leucurus), fino ad allora considerato parte di questa specie.[5] Nel 1907 la specie venne trasferita da Edgar Alexander Mearns nel genere Ammospermophilus, anch'esso istituito da Merriam nel 1862.[4]
Ne vengono riconosciute due sottospecie, compresa la forma nominale:[2]
Il citello antilope di Harris viene classificato dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) come «specie a rischio minimo» (Least Concern). Tale status trae giustificazione dall'areale relativamente ampio, dalla presunta grande entità degli effettivi e dal declino relativamente basso delle popolazioni.[1] La densità demografica negli Stati Uniti è bassa, da 0,08 a 0,36 individui per ettaro, e di solito vengono avvistati singoli individui. In Messico la specie è relativamente comune negli habitat a lei adatti.[1]
L'uccisione involontaria mediante trappole e veleni contro gli animali nocivi è considerata la principale fonte di pericolo.[1]
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