Il lauroceraso (Prunus laurocerasus L.) è un albero sempreverde della famiglia delle Rosacee, diffuso nel bacino del Mediterraneo orientale[1].
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Eurosidi I |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Rosaceae |
Sottofamiglia | Amygdaloideae |
Tribù | Amygdaleae |
Genere | Prunus |
Specie | P. laurocerasus |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Rosaceae |
Genere | Prunus |
Specie | P. laurocerasus |
Nomenclatura binomiale | |
Prunus laurocerasus L. | |
Sinonimi | |
Cerasus laurocerasus | |
L'epiteto specifico fa riferimento a laurus (alloro) e cerasus (ciliegio), per la somiglianza delle foglie con quelle dell'alloro (Laurus nobilis) e drupe simili a quelle dei ciliegi.
È un albero di media altezza, che può raggiungere i 7 metri (max 15 m) di altezza.
Le foglie sono verde scuro, molto più chiare e lucide quando giovani; spesse (1-1,5 mm) e coriacee; di forma oblunga, tondeggiante verso l'apice, lievemente seghettate verso l'esterno.
I fiori sono bianchi, ermafroditi, disposti a racemo; dall'odore profumato, ma acido. Fiorisce tra aprile e giugno.
I frutti sono drupe (1 cm ca.) rosse/viola quando acerbe, e nero-bluastre una volta raggiunta la maturazione. Fruttifica a fine estate-inizio autunno.
Prunus laurocerasus è originario di una zona che si estende dalla penisola balcanica, attraverso il Caucaso e l'Asia minore, fino all'Iran e alla Libia.[1]
Prunus laurocerasus trova impiego come pianta ornamentale e da barriera (siepe) grazie al suo fitto fogliame.
Il distillato, l'acqua di lauroceraso, può essere usato come calmante per la tosse. Se assunto in quantità eccessive può provocare un'intossicazione[senza fonte].
Vengono ricavati spesso degli oli essenziali usati come aroma (in quantità minime) nei liquori, dall'odore di mandorle amare tipico della benzaldeide, prodotto della demolizione idrolitica dell'amigdalina (che produce anche acido cianidrico, inodore).
L'alta concentrazione di acido cianidrico rende questa pianta tossica per l'uomo e per gli animali domestici, in caso di ingestione accidentale.
I semi, così come le foglie, sono velenosi per l'uomo per la presenza di acido cianidrico, ottenuto per saponificazione, in una dose di 50:80 (dove 50 è la mole delle drupe e 80 il peso in kg di un individuo)[senza fonte] e non devono essere consumati[3].
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