Il nome del genere deriva dalle particolari infiorescenze con capolini a fiore singolo della "specie tipo" (M. wightiana DC.).[3]
Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Augustin Pyramus de Candolle (1778-1841) nella pubblicazione Contributions to the Botany of India (Contr. Bot. India [Wight] 5) del 1834.[4]
Descrizione
Il portamento Monosis travancoricaLe foglie Monosis travancorica
Le piante di questa voce hanno un habitus per lo più piccolo-arboreo con alberi moderatamente ramificati; i rami sono rotondi e lisci (quelli giovani). Sulla superficie di queste piante sono presenti peli di tipo uniseriato (le cellule basali sono poche e corte, quelle apicali sono larghe, diritte o vermiformi); sono presenti anche pubescenze tomentose.[5][6][7][8][9][3][10]
Le foglie sono disposte in modo alterno e sono picciolate. La lamina in genere è intera con forme variabili da oblanceolate a obovate con la base cuneata. Le venature normalmente sono pennate (sono presenti venature secondarie). I margini sono continui o grossolanamente dentati. La superficie può essere pubescente o glabra (quella inferiore a volte è tomentosa). La consistenza è membranosa. Lunghezza del picciolo: 3–8mm.
L'infiorescenza terminale è formata da capolini dscoidi, omogami, sessili o peduncolati spesso in formazioni piramidali o tirsoidi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro con forme varie da campanulate a ovoidi da diverse brattee disposte su 4 - 5 serie embricate e scalate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro a consistenza cartacea, persistenti o decidue (quelle più interne), hanno delle forme più o meno lanceolate e apici da ottusi a subacuti e a volte con margini ialini. Il ricettacolo glabro e alveolato è privo di pagliette (ricettacolo nudo). Lunghezza delle brattee: 4–5mm.
I fiori, da 1 a 20 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la corolla, formata da un tubo imbutiforme terminanti in 5 lobi lanceolati e riflessi, è liscia su entrambe le facce. Il colore varia da porpora a malva (qualche volta bianco).
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[12] Le antere, prive di ghiandole, sono provviste di ampie ma corte code. Le appendici basali hanno una consistenza soda ed hanno una forma variabile da ovata a oblunga. Il polline può essere di tipo tricolporato, ossia con tre aperture sia a fessura che a poro; può essere inoltre echinato (con punte)[13].
Gineceo: lo stilo è filiforme con alla base un anello (o un distinto nodo). Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi (peli a spazzola) e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[14]
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, con forme cilindriche, talvolta obcompresse, hanno 10 coste con ghiandole puntate tra le coste, peli uniseriati e setole biseriate. All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi (solo nell'ovulo chiuso); non è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il "carpopodium" (carpoforo) è presente. Il pappo è formato da due serie di setole persistenti capillari (quelle esterne sono più corte di quelle interne).
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
La distribuzione delle piante di questa voce è relativa al Vecchio mondo (Africa equatoriale e Asia sud-orientale).[2]
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[15], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]
Filogenesi
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Gymnantheminae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[18] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi della sottotribù Gymnantheminae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale comprese le Hawaii (l'altro subclade africano comprende soprattutto specie meridionali).[9]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[8]
l'habitus è soprattutto arbustivo o arboreo;
le brattee interne dell'involucro talvolta sono decidue;
il polline non è di tipo triporato;
le antere sono prive di ghiandole;
le piante sono in prevalenza paleotropicali (avventizie in America).
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Gymnantheminae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[9] Tradizionalmente le specie di questo genere erano descritte all'interno del genere Gymnanthemum e Vernonia.[8]
I caratteri distintivi per le specie di questo genere ( Monosis) sono:[10]
l'involucro è lungo 7–10mm;
il polline è "psilolophato" (con avvallamenti e creste lisce) e con alti muri.
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 44 e 60.[3]
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Sukhonthip Bunwong, Pranom Chantaranothai e Sterling C. Keeley, Revisions and key to the Vernonieae (Compositae) of Thailand, in PhytoKeys, vol.37, 2014, pp.25-101.
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