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Iodocephalopsis eberhardtii (Gagnep.) Bunwong & H. Rob., 2009 è una di piante angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. È anche l'unica specie del genere Iodocephalopsis Bunwong & H. Rob., 2009.[1][2][3]

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Iodocephalopsis eberhardtii
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Sottotribù Centrapalinae
Genere Iodocephalopsis
Bunwong & H.Rob., 2009
Specie I. eberhardtii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Vernonieae
Genere Iodocephalopsis
Specie I. eberhardtii
Nomenclatura binomiale
Iodocephalopsis eberhardtii
(Gagnep.) Bunwong & H. Rob., 2009

Etimologia


Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dai botanici François Gagnepain (1866-1952), Sukhonthip Bunwong e Harold Ernest Robinson (1932-2020) nella pubblicazione Proceedings of the Biological Society of Washington (Proc. Biol. Soc. Washington 122(3): 361) del 2009.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta nella stessa pubblicazione.


Descrizione


La specie di questa voce è una erbacea perenne, con una altezza massima di 0,5 - 1 metro. I fusti sono eretti, affusolati con coste poco appariscenti. La pubescenza è formata da peli semplici o a forma di "T". Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici.[5][6][7][8][9][2][10]

Le foglie, picciolate, lungo il caule normalmente sono a disposizione alternata. La forma della lamina è semplice da obovata a lanceolata con apici da acuti e base attenuata. La consistenza è cartacea. I bordi sono continui ma seghettati. La superficie è pubescente. Le venature in genere sono pennate. Le stipole sono assenti.

Le infiorescenze, terminali o ascellari, sono composte da capolini (da pochi a numerosi) raccolti in lasse formazioni corimbose. I capolini, peduncolati, omogami e discoidi, sono formati da un involucro campanulato composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tubulosi. Le brattee sono disposte in 3 - 4 serie in modo embricato e scalato e sono colorate diverde opaco; la superficie esterna è aracnoidea e ghiandolosa; l'apice varia da acuto a acuminato. Il ricettacolo, a forma convessa, è glabro.

I fiori (da 15 a 25 per capolino) sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono di tipo tubuloso (actinomorfi). In genere i fiori sono ermafroditi (bisessuali) e fertili.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]

I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio in genere è turbinata con 7 - 10 coste e superficie ghiandolosa. Nell'achenio, privo di fitomelanina, sono presenti dei rafidi corti o allungati e idioblasti sparpagliati. Il pericarpo può essere di tipo parenchimatico, altrimenti è indurito (lignificato) radialmente. Il carpoforo (o carpopodium - il ricettacolo alla base del gineceo) è assente. Il pappo è assente. Lunghezza degli acheni: 3–5 mm.


Biologia



Distribuzione e habitat


La specie di questa voce si trova in Cambogia, Laos, Tailandia e Vietnam.[2]


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi,[12] oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi).[14] La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]


Filogenesi


Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Centrapalinae H. Rob, descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[15] Dagli ultimi studi filogenetici sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. Centrapalinae occupa una posizione centrale e appartiene al clade del Vecchio Mondo; in particolare è inclusa nel subclade africano più vicino alle specie tropicali americane.[16]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[8]

  • il portamento delle specie di questo gruppo è erbaceo perenne o subarbustivo;
  • la pubescenza degli steli è fatta di peli semplici o irregolarmente da peli a forma di "T";
  • le appendici delle antere talvolta hanno delle pareti cellulari ispessite;
  • gli acheni possono avere fino a 10 coste;

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[9]

I caratteri distintivi per questo genere sono i seguenti:[10]

  • gli acheni hanno 7 – 10 coste;
  • il polline è "lophate" e sub-3-colporato.

La posizione di questo genere potrebbe essere controversa. Mentre la pubblicazione Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae[9] propone Camchaya (dal quale è stato segregato il genere di questa voce) all'interno della sottotribù Linziinae, un successivo studio sulle vernonie tailandesi ha proposto (sebbene con alcune riserve) di descrivere il genere Camchaya all'interno della sottotribù Centrapalinae.[17]


Sinonimi


Sinonimi per la specie:[2]


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 novembre 2021.
  3. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 novembre 2021.
  4. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 novembre 2021.
  5. Pignatti 1982, vol. 3 p. 1.
  6. Strasburger 2007, p. 860.
  7. Judd 2007, p. 517.
  8. Kadereit & Jeffrey 2007, p. 171.
  9. Funk & Susanna 2009, p. 448.
  10. Bunwong et al. 2014.
  11. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. Judd 2007, p. 520.
  13. Strasburger 2007, p. 858.
  14. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  15. Susanna et al. 2020.
  16. Funk & Susanna 2009, p. 449.
  17. Bunwong et al. 2014, p. 31.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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