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Distephanus Cass., 1817 è un genere di piante angiosperme dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Distephanus è anche l'unico genere della tribù Distephaneae V.A.Funk & H.Rob., 2020.[1][2][3]

Come leggere il tassobox
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Distephanus
Distephanus divaricatus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Distephaneae
V.A.Funk & H.Rob., 2020
Genere Distephanus
Cass., 1817
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Genere Distephanus
Specie
(vedi testo)

Etimologia


Il nome del genere è stato definito dal botanico e naturalista francese Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione "Bulletin des Sciences, par la Société Philomatique - (1817) 151." del 1817[4], mentre il nome scientifico della tribù (Distephaneae), derivato al suo unico genere, è stato definito per la prima volta dai botanici Harold Ernest Robinson e V.A.Funk nella pubblicazione "The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019)" (TAXON 69 (4) • August 2020: 807–814) del 2020.[3]


Descrizione


Le foglieDistephanus divaricatus
Le foglie
Distephanus divaricatus
InfiorescenzaDistephanus divaricatus
Infiorescenza
Distephanus divaricatus
I fioriDistephanus divaricatus
I fiori
Distephanus divaricatus

Le piante di questo genere sono simili alle vigne oppure sono arbusti o piccoli alberi. Sono ricoperte da peli semplici o anche di tipo aracnoide.[5][6][7][8][9]

Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato. Le venature della pagina fogliare sono spesso di tipo trinervato (o anche triplinervato).

Le infiorescenze sono formate da capolini separati. I capolini sono composti da un involucro da campanulato a emisferico formato da diverse brattee (21 - 24) disposte in più serie (4 - 6) che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le brattee dell'involucro spesso sono persistenti. Il ricettacolo è nudo (ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori).

I fiori (da 10 a 75 per capolino) sono tetraciclici (a cinque verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]

Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.

Corolla: il colore delle corolle varia da giallo a arancio mentre la superficie è glabra.

Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere sono prive di ghiandole, mentre le code spesso sono sclerificate. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro).

Gineceo: lo stilo è filiforme con nodi alla base. Gli stigmi dello stilo sono due. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[12]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono provvisti di 10 coste e rafidi allungati, ma sono privi di fitomelanina. Il pappo, biseriato, è formato da setole capillari (appiattite) internamente e squamelle esternamente ed è persistente.


Biologia



Distribuzione e habitat


La distribuzione delle specie di questo genere è relativa all'Africa, all'Oceano Indiano e alla Cina.[2]


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]


Filogenesi


Le piante di questo gruppo appartengono alla sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[3] Da un punto di vista filogenetico la tribù Distephaneae e la tribù Moquinieae formano un "gruppo fratello" ed entrambe sono "basali" per la tribù Vernonieae.[16] In precedenza questo genere era descritto all'interno della sottotribù Gymnantheminae H. Robinson.[8] In seguito è stato anche considerato l'unico genere della sottotribù Distephaninae S.C. Keeley & H. Rob. all'interno della tribù Vernonieae.[9]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[8]

  • le foglie spesso sono trinervate;
  • la corolla normalmente è gialla;
  • la base dello stilo è largamente nodosa.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 20.[9]


Specie del genere


Il genere Distephanus è formato da 44 specie.[2]

A

B

C

D

E

F

G

H

I

M

N

O

P

Q

R

S

T


Sinonimi


Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 novembre 2021.
  3. Susanna et al. 2020.
  4. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 febbraio 2014.
  5. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. Strasburger 2007, pag. 860.
  7. Judd 2007, pag.517.
  8. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 173.
  9. Funk & Susanna 2009, pag. 448.
  10. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  12. Judd 2007, pag. 523.
  13. Judd 2007, pag. 520.
  14. Strasburger 2007, pag. 858.
  15. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  16. Siniscalchi et al. 2019.

Bibliografia



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