Arctotidinae (Cass.) Dumort. (1829) è una sottotribù di piante angiosperme dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Vernonioideae |
Tribù | Arctotideae |
Sottotribù | Arctotidinae (Cass.) Dumort. (1829) |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Arctotideae |
Sottotribù | Arctotidinae |
Generi | |
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Il nome di questa sottotribù deriva da un suo genere (Arctotis L., 1753) che a sua volta deriva da due parole greche: "Arktos" (= orso), e "Otis" (=orecchio); è forse un riferimento alla forma delle scaglie del pappo.[3][4]
Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dal conte Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781–1832), botanico e naturalista francese, perfezionato poi dal botanico, naturalista e politico belga Barthélemy Charles Joseph Dumortier (Tournai, 3 aprile 1797 - 9 giugno 1878) nella pubblicazione Analyse des Familles de Plantes 32 del 1829.[5]
Le piante di questa sottotribù sono delle erbe o arbusti senza latice. Gli scapi sono lanosi e in alcune specie sono presenti dei peli rossastri.[5][6][7][8][9]
Le foglie lungo il caule hanno una disposizione alternata; la forma è intera o lobata (fino a pennatosetta) normalmente provviste di peli lanosi; non sono spinose
Le infiorescenze sono composte da capolini per lo più singoli, peduncolati o scaposi, sessili in Dymondia. I capolini di tipo radiato, sono formati da un involucro a forma più o meno cilindrica composto da brattee (o squame) disposte su più serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tubulosi (quelli centrali o del disco) e ligulati (quelli periferici). Le brattee sono libere, quelle esterne hanno degli apici a consistenza fogliacea, quelle interne hanno delle forme ottuse con apici scariosi. Il ricettacolo è piatto o convesso e può essere provvisto di pagliette oppure no.
I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del raggio sono femminili (talvolta sono presenti degli staminoidi); quelli centrali (del disco) sono maschili o ermafroditi e fertili.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: le corolle dei fiori in genere sono corte. Quelle dei fiori periferici sono raggianti a forma ligulata (zigomorfi) terminati con tre lobi. I fiori centrali, quelli del disco, sono tubulosi (attinomorfi) con delle corolle che terminano con 5 lobi poco profondi.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le appendici apicali delle antere sono brevi e arrotondate (o ottuse). Le teche sono speronate ma senza coda. Le pareti dell'endotecio sono radiali.
Gineceo: lo stilo è filiforme, mentre gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo è ingrossato all'apice e con peli concentrati in un anello appena sotto la biforcazione stigmatica.
Il frutto è un achenio con un pappo. Gli acheni hanno delle forme dorsoventralmente asimmetriche, sono costoluti e a volte alati; il pericarpo può avere una subepidermide sclerificata. Il pappo è formato da squame disposte su una o due serie, raramente è coroniforme o assente.
La distribuzione della sottotribù è relativa soprattutto all'Africa meridionale, ma alcune specie si trovano anche in Australia (come ad esempio la specie Arctotis maidenii Beauverd e due specie endemiche del genere Cymbonotus). Le varie ipotesi filogenetiche indicano che la sottotribù potrebbe avere avuto origine nelle zone temperate del sud e dell'est dell'Africa.[12]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Le piante di questa voce appartengono alla tribù Arctotideae della sottofamiglia Vernonioideae. Questa assegnazione è stata fatta solo ultimamente in base ad analisi di tipo filogenetico sul DNA delle piante.[2] Precedenti classificazioni descrivevano queste piante nella sottofamiglia Cichorioideae.[16][17]
Questo gruppo è monofiletico. La monofilia è supportata oltre che da studi sul DNA anche da specifici dati morfologici, tra i quali:[5]
La struttura filogenetica e quindi la tassonomia di questa sottotribù non è ancora ben definita. Dagli ultimi studi filogenetici basati su varie sequenze molecolari la sottotribù risulta risolta in nove lignaggi o cladi monofiletici. Dal cladogramma (semplificato e tratto da uno di questi ultimi studi[18]) si vede come alcuni gruppi quali Arctotis e Haplocarpha rimangono ancora parafiletici. Il clade Landtia comprende tre specie ora descritte all'interno del genere Haplocarpha (due delle quali erano incluse nel genere Landtia ora sinonimo di Haplocarpha). Queste considerazioni sono supportate anche da altri precedenti studi basati sull'analisi di tipo cladistico delle sequenze del DNA di alcune regioni dei cloroplasti[12].
Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo è: 2n = 10, 12 e 18.[5]
In questo gruppo sono compresi 5 generi e 85 specie:[5][18]
Genere | N. specie | Distribuzione |
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Arctotheca Vaill., 1922 | 5 spp. | Sudafrica e Mozambico |
Arctotis L., 1753 | 67 spp. | Sudafrica, Namibia e Angola |
Cymbonotus Cass., 1825 | 3 spp. | Australia (del sud) |
Dymondia Compton, 1953 | Una specie: (Dymondia margaretae Compton) | Sudafrica |
Haplocarpha Less., 1831 | 9 spp. | Africa (orientale) |
Per meglio comprendere ed individuare i vari generi l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue un genere dall'altro).[5]
Sul territorio italiano, di questo gruppo, è presente la seguente entità:[19]
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