Il gittaione (Agrostemma githago L., 1753) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Caryophyllaceae[1].
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Caryophyllales |
Famiglia | Caryophyllaceae |
Genere | Agrostemma |
Specie | A. githago |
Nomenclatura binomiale | |
Agrostemma githago L., 1753 | |
Ha steli eretti, di circa 30–50 cm di altezza, con foglie lunghe e strette, appuntite ed opposte, unite alla base e fiori singoli di colore rosa-violetto. Il calice si prolunga in cinque lacinie, più lunghe dei petali. Fiorisce da maggio a giugno.
I semi sono piuttosto grandi e bitorzoluti.
La pianta è stata diffusa in tutto il mondo da epoca antichissima, per i semi mescolati con quelli del grano, si ritiene al seguito della diffusione e domesticazione del grano.
Il gittaione è una delle cosiddette "malerbe" (note anche come piante messicole), che infestavano, con i fiordalisi e i papaveri, i campi di grano, dando loro tonalita di colore azzurro, rosso e violetto. Attualmente nei campi è molto raro, per l'uso dei diserbanti.
La pianta è molto tossica per la presenza di un glicoside saponinico detto gittagina, che è contenuta in piccole quantità in ogni parte della pianta, ma soprattutto nei semi. I foraggi contenenti semi di gittaione possono provocare gravi intossicazioni negli animali erbivori (cavalli e mucche), mentre altri animali da cortile come polli ed anatre sembrano esserne immuni.
In passato i semi contenuti nel grano, se venivano macinati nelle farine, producevano gravi intossicazioni anche all'uomo.
La pianta è notevolmente decorativa, ed è per questo che i semi possono essere disponibili per il giardinaggio.
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