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Erysiphe betae (Vañha) Weltzien è un fungo fitopatogeno della famiglia Erysiphaceae e costituisce l'agente eziologico del mal bianco della bietola.

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Mal bianco della bietola
Erysiphe betae
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Ascomycota
Sottodivisione Pezizomycotina
Classe Leotiomycetes
Sottoclasse Leotiomycetidae
Ordine Erysiphales
Famiglia Erysiphaceae
Genere Erysiphe
Specie Erysiphe betae
Nomenclatura binomiale
Erysiphe betae
(Vañha) Weltzien
Nomi comuni

Mal bianco della bietola


Ospiti


Il fungo è monofago, essendo in grado di attaccare solo specie appartenenti al genere Beta spp. Lo spettro d'ospiti include tutte le tipologie coltivate di bietola (bietola da zucchero, bietola da foglia e da foraggio), Beta vulgaris ssp. maritima e varie specie selvatiche.


Sintomatologia e identificazione


La caratteristica principale delle infezioni di Erysiphe betae, è lo sviluppo di un'efflorescenza biancastra polverulenta costituita dal micelio del fungo; inizialmente si osservano macchie circolari che, in caso di forti infestazioni, possono estendersi fino a ricoprire tutta la foglia.

In genere le infezioni partono dalle foglie più vecchie, tipicamente nella zona di giunzione tra la lamina fogliare e il picciolo, sviluppandosi poi sia sulla pagina inferiore che su quella superiore. Le colonie possono essere trovate anche sugli steli e sulle infiorescenze della pianta. L'abbondante produzione di conidi costituisce la principale via di propagazione del fungo. Se le infezioni sono molto forti i tessuti colpiti manifestano clorosi e senescenza precoce.

All'osservazione al microscopio i conidi dalle dimensioni di 30 – 50 µm x 15 – 20 µm si presentano ialini, ovoidali, spesso in catene di 2 – 5 elementi; i cleistoteci sono globosi, di colore nero o marrone scuro con diametro variabile tra 80 – 120 µm. All'interno si osservano 4 – 8 aschi, ciascuno con 2-3 ascospore.


Biologia ed epidemiologia


Erysiphe betae è un parassita obbligato, favorito da estati calde e secche e da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte.

La principale fonte di diffusione della malattia sono i conidi, trasportati dal vento sulle superfici fogliari dove penetrano tramite un appressorio, direttamente attraverso la superficie fogliare o occasionalmente attraverso gli stomi aperti. Dopo la penetrazione si sviluppa un austorio preposto all'assorbimento delle sostanze nutritive. Successivamente, ife secondarie ricoprono la superficie fogliare con formazione di nuovi austori e inizio della formazione dei conidi. L'incontro di ceppi compatibili di E. betae può portare alla riproduzione sessuale con formazione di cleistoteci.


Difesa


È consigliabile intervenire solo in caso di sintomi molto diffusi con prodotti a base di zolfo o triazoli.


Bibliografia



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