Il ghiozzo gò[2] (Zosterisessor ophiocephalus) è un pesce osseo appartenente alla famiglia dei Gobiidae ed all'ordine dei Perciformes.
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Stato di conservazione | |
![]() Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa Bilateria |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Osteichthyes |
Superordine | Acanthopterygii |
Ordine | Perciformes |
Sottordine | Gobioidei |
Famiglia | Gobiidae |
Sottofamiglia | Gobiinae |
Genere | Zosterisessor |
Specie | Z. ophicephalus |
Nomenclatura binomiale | |
Zosterisessor ophiocephalus Pallas, 1814 | |
Sinonimi | |
Gobius lota, Gobius ophiocephalus, Gobius ophiocephalus citrina, Gobius reticulatus | |
Nomi comuni | |
Gò, Goàto o Mascoeto | |
È caratterizzato dalla statura abbastanza grande per essere un Gobiidae (fino a 25 cm) e può essere distinto dagli altri membri della famiglia per la colorazione che mantiene dei pattern caratteristici:
Inoltre
Vive di preferenza nelle lagune, nelle foci e nelle acque salmastre in genere preferendo i fondi fangosi ove vi siano popolamenti di Fanerogame marine del genere Zostera. È invece assente nelle acque completamente dolci e raro in mare. È una specie endemica del Mar Mediterraneo, del Mar Nero e del Mar d'Azov. Per quanto riguarda mari italiani, è particolarmente frequente nelle lagune dell'Adriatico settentrionale.
Si nutre di invertebrati bentonici.
Primaverile, viene costruito un nido dal maschio, che poi fa la guardia alle uova. La femmina depone più di una volta in una stagione riproduttiva.
È oggetto di attiva pesca nella Laguna di Venezia e nel Mar Nero mentre è privo di importanza nelle altre acque. È componente essenziale di alcuni piatti tipici della cucina veneziana.
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