La famiglia comprende polipi coloniali caratterizzati dalla presenza di molteplici ordini di pinnule lungo i margini dei tentacoli, che gli conferiscono un aspetto piumoso[2]; i polipi sono uniti da un cenenchima carnoso, nel cui spessore si trovano spicole di calcite disposte in strutture più o meno compatte a seconda dei generi. Le colonie risultano spesso viscide al tatto per la presenza di abbondante muco[3].
La gran parte delle colonie ha una colorazione che va dal bianco-crema al grigio-brunastro, ma alcune specie esibiscono colorazioni più vivaci, dal giallo all'arancio, in alcuni casi blu chiaro.[4]
Le specie di questa famiglia ospitano nel loro endoderma zooxantelle endosimbionti del genere Symbiodinium, da cui ricavano diverse sostanze nutrienti.[4][5]
I polipi di alcuni generi, come Anthelia, Xenia o Heteroxenia, esibiscono, unici fra tutti i coralli, una attività pulsatoria dei loro tentacoli; si è visto che tale pulsazione rende più efficiente la fotosintesi da parte delle zooxantelle.[6]
Le colonie di questi ottocoralli sono una fonte di cibo per i molluschinudibranchi del genere Phyllodesmium, i cui cerati favoriscono il mimetismo con i polipi, proteggendoli dai predatori;
forniscono inoltre rifugio agli avannotti di diverse specie di pesci tra cui il labrideMacropharyngodon meleagris.[4][7]
Distribuzione e habitat
La famiglia è ampiamente diffusa nelle barriere coralline tropicali dell'Indo-Pacifico, con un centro di maggiore biodiversità nel marRosso[2][8][2][9][10]. Alcune specie sono state descritte anche nell'Atlantico meridionale[11] e nel mare di Norvegia[12][13].
(EN) Strychar K.B., Coates M., Sammarco P.W., Piva T.J. & Scott P.T., Loss of Symbiodinium from bleached soft corals Sarcophyton ehrenbergi, Sinularia sp. and Xenia sp., in Journal of Experimental Marine Biology and Ecology, vol.320, 2005, pp.159–177.
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