Il dacriterio (gen. Dacrytherium) è un mammifero estinto appartenente agli artiodattili. Visse tra l'Eocene medio e l'Oligocene inferiore (circa 45 - 32 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Europa.
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Superfamiglia | Anoplotherioidea |
Famiglia | Dacrytheriidae |
Genere | Dacrytherium |
Di piccole dimensioni, questo animale aveva zampe ancora relativamente corte se raffrontate con quelle degli artiodattili successivi. La dentatura era ancora completa e poco specializzata, moderatamente selenodonte: le cuspidi erano ancora riconoscibili e non si era ancora formato il caratteristico spazio (diastema) tra i canini e i premolari, tipico di gran parte degli artiodattili. I premolari inferiori erano stretti e allungati. Dacrytherium possedeva un'insolita caratteristica: una sorta di grande fossa davanti alle orbite nella mascella (da qui il nome Dacrytherium, che significa "bestia dalla lacrima"); non è chiaro a cosa servisse questa cavità, ma è probabile che ospitasse qualche tipo di ghiandola.
Questo animale, descritto per la prima volta nel 1876 da Filhol, è considerato uno degli artiodattili più primitivi, emerso subito dopo la comparsa dei più antichi artiodattili come Diacodexis e Dichobune. Dacrytherium e i suoi stretti parenti (i Dacrytheriidae) sono spesso considerati affini ai più grossi anoploteridi, ben rappresentati da Anoplotherium. Le specie più note di Dacrytherium sono D. elegans, D. ovinum e D. cayluxi. I suoi fossili si rinvengono in numerose regioni d'Europa (Germania, Francia, Spagna, Svizzera e Regno Unito). Affine a questo animale era Catodontherium.
La struttura della dentatura e la morfologia dello scheletro postcranico indicano che Dacrytherium doveva essere un piccolo animale relativamente agile che si nutriva di foglie nel sottobosco.
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