I cerdocionini (Cerdocyonina, Tedford et al., 2009) sono una sottotribù di canini comprendenti specie indigene del Sudamerica. La monofilia di questa sottofamiglia è stata confermata attraverso studi morfologici[1] e genetici.[2][3] Si tratta di un gruppo molto diversificato, con attualmente sei generi e 11 specie riconosciute.[3]
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Mammalia |
Sottoclasse | Theria |
Infraclasse | Eutheria |
Superordine | Euarchontoglires |
(clade) | Euarchonta |
Ordine | Carnivora |
Sottordine | Caniformia |
Famiglia | Canidae |
Sottofamiglia | Caninae |
Tribù | Canini |
Sottotribù | Cerdocyonina |
Generi odierni | |
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Sebbene i cerdocionini si trovino ora solo in Sudamerica, la sottotribù ebbe origine in Nord America 4 milioni di anni fa, prima della formazione dell'Istmo di Panama, che le permise di colonizzare il continente meridionale.[3]
Certe specie, soprattutto il maikong e le licalopecie,vengono talvolta erroneamente chiamate «volpi», sebbene siano più imparentati con i canidi lupini come i lupi e gli sciacalli che alle volpi propriamente dette.
La sottotribù ebbe origine probabilmente in America centrale durante il Miocene superiore o il Pliocene inferiore, diversificandosi rapidamente nei generi Cerdocyon, Chrysocyon e l'ormai estinto Theriodictis.[4] È stato proposto che l'ultimo antenato comune di tutti i generi attuali fosse simile all'odierno maikong.[3] Parteciparono al grande scambio americano colonizzando il Sudamerica attraverso il nuovo formato Istmo di Panama durante il Pliocene medio. Una volta giunti in Sudamerica, i cerdocionini si divisero in numerose specie, diventando i mammiferi carnivori più diversificati del continente, probabilmente facendo concorrenza con i marsupiali borienidi, che si estinsero poco dopo.[4] In Nord America, i cerdocionini si estinsero, probabilmente, a causa della concorrenza con i canidi lupini.[5]
Circa 6.7 milioni di anni fa, il dusicione si diversificò dagli antenati del crisocione e colonizzò le isole Falkland, attraversando una calotta di ghiaccio o trasportato casualmente da zattere di relitti.[5]
Le licalopecie si divisero dalla stirpe del maikong circa 1-3 milioni di anni fa, con la prima diversificazione fra le specie odierne avvenuta solamente un milione di anni fa, essendo L. vetulus la specie più basale del genere. La seconda fase di diversificazione sembra essere accaduta in Cile o in Argentina, con la diversificazione più recente tra L. culpaeus e L. griseus, stimata ad essere accaduta circa 600,000-350,000 anni fa.[6]
Questo albero filogenetico è basato su una filogenia proposta nel 2005 in base al genoma mitocondriale delle specie odierne:[7]
Veri cani |
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Tutti i cerdocionini condividono le seguenti sinapomorfie: l'angolo della mandibola è spessa, con la punta uncinata presente in altri canidi che può mancare. La cuspide posteriore del terzo premolare inferiore è ridotta o mancante. L'ipoconide e l'entoconide del primo molare inferiore sono uniti da cristidi.[1] In alcune specie, l'osso palatino si estende oltre la fila dentaria.[3]
Sebbene la maggior parte dei cerdocionini sono superficialmente simili alle volpi, variano molto in grandezza e morfologia. Certe specie sono fisicamente molto atipici per i canini, come per esempio il crisocione, dagli arti lunghissimi, e lo speoto, dagli arti notevolmente brevi. La formula dentaria della maggior parte dei cerdocionini è tipica dei canini, con 42 denti. La maggior parte sono onnivori e solitari, formando coppie soltanto durante la stagione degli amori. Lo speoto, eccezionalmente, è un predatore ipercarnivoro che forma gruppi sociali e dispone di 38-40 denti.[8]
Quasi tutte le specie di questa sottotribù necessiterebbero di un monitoraggio, dato che si conosce poco dei limiti delle loro distribuzioni e della loro abbondanza. Il crisocione viene classificato come specie prossima alla minaccia ed è estinto in Uruguay. È attualmente protetto in Brasile e in Argentina, ma questa protezione raramente viene applicata, e sono previsti ulteriori declini dovuti alla perdita di habitat. L'atelocino viene anch'esso considerato prossimo alla minaccia, data la sua vulnerabilità alle malattie trasmesse dai cani domestici. Lo speoto è dipendente dalla conservazione di zone di boscaglia e pianura in cui si trovano le sue prede. La pseudovolpe di Darwin è una specie in pericolo critico, con solo 250 individui divisi in due popolazioni. Le altre pseudovolpi e il maikong, invece, sembrano essersi adattati bene alla presenza umana.[8]
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