Carukia Southcott, 1967 è un genere di cubomedusa della famiglia Carukiidae. Le cubomeduse del genere Carukia sono capaci di trasmettere per contatto la sindrome di Irukandji, una serie di dolorosi effetti e serie intossicazioni che possono apparire ore dopo il contatto[1].
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Stato di conservazione | |
![]() Specie non valutata | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Phylum | Cnidaria |
Classe | Cubozoa |
Ordine | Carybdeida |
Famiglia | Carukiidae |
Genere | Carukia |
Specie | |
Carukia barnesi Southcott, 1967 | |
Come in tutti membri della famiglia Carukiidae, nelle Carukia sono assenti i filamenti gastrici e la nicchia di ogni ropalio è aggrottata e dispone di corna[2]. Le dimensioni delle meduse Carukia sono particolarmente ridotte e non superano i 2 cm di altezza della campana[1]. Le meduse nuotano attivamente, cacciando le loro prede (principalmente larve di crostacei e di pesci), ma le loro dimensioni ridotte le impediscono sforzi troppo importanti, come nuotare contro corrente.
La C. barnensi è stata la prima medusa Irukandji ad essere raccolta e classificata, nel 1967 da Southcott, dopo che questo tipo di sindrome fosse stata identificata nel 1961 da Jack Barnes[3].
Il meccanismo all'origine della sindrome di Irukandji potrebbe essere stato presente in un antenato comune delle meduse Carybdeida, dato che molte meduse di questo ordine sono capaci di trasmettere la sindrome o sintomi simili. La capacità di causare la sindrome di Irukandji sarebbe stata perduta in seguito, tipicamente lungo i lignaggi genetici che hanno portato alle famiglie Carybdeidae e Tripedaliidae[2].
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